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LE ROI Michel Platini: “La Juve? Nessuno mi ha chiamato”

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3 settimane agoon

Durante la 20esima edizione della Vialli e Mauro Golf Cup, “LE ROI” Michel Platini è tornato a parlare pubblicamente in una conferenza stampa che ha toccato numerosi argomenti, tra attualità calcistica, passato personale e uno sguardo critico sul futuro del calcio internazionale.
Le parole di “Le Roi” Michel Platini
A partire dalla lunga vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto, l’ex numero 10 della Juventus ha spiegato:
“Non è ancora finita, perché ci saranno le motivazioni scritte. Poi potrebbe esserci ancora un appello. Questa cosa non doveva nemmeno iniziare e non è stata una bella cosa”. Un tema ancora aperto e vissuto con amarezza.
Impossibile non toccare il tema Juventus e, in particolare, un possibile ritorno di Antonio Conte:
“È campione d’Italia. Lui è una figura molto importante della Juve, ma non voglio immischiarmi. Tudor è un ottimo allenatore. Penso sia molto importante avere buoni giocatori se la Juve vuole vincere. Non sono stato un grande innamorato del lavoro degli allenatori, sono i giocatori a scrivere la storia di una società. Se Conte ritorna è una bella figura”.
In molti sognano un ritorno dello stesso Platini in bianconero, ma lui smentisce:
“Sono venuto qua per rispondere a questa domanda (sorridendo). Nessuno mi ha mai chiamato. Cosa posso pensare se non ci sono contatti? Ho una bella vita, sto bene”.
continua…
Riguardo alla finale di Champions League, Platini è chiaro:
“L’Inter l’ho vista l’ultima volta nella finale del 2010. Perciò non posso parlare per loro. Il PSG gioca davvero bene ed è davvero un piacere vederli giocare. Una finale si gioca, si vince, si perde, non si sa. Farò il tifo per il PSG”.
Sul Mondiale per Club e l’Heysel, due temi molto differenti ma entrambi carichi di significato:
“La Coppa del mondo per Club esisteva da 50 anni, poi l’ho cambiata e abbiamo messo tutte le federazioni. La FIFA vuole fare una competizione più ricca. Io penso sia complicata per i giocatori e sportivamente non ha nessuno interesse. La FIFA vuole fare molto più soldi. È legittimo, è complicato. Poi c’è la pressione di tanti club che hanno debiti. Heysel? Sono brutti ricordi e non è tanto piacevole. Un momento vissuto malissimo. Sempre detto che la cosa che mi ha fatto male rispetto a tanti tifosi che sono venuti a vedermi e non sono tornati a casa. Ne parlo pochissimo”.
Michel Platini continua…
Sul calcio di oggi, il suo sguardo è distaccato ma lucido:
“È complicato perché noi guardiamo sempre gli attaccanti, ma dobbiamo guardare tutti gli altri. Adesso ci sono giocatori straordinari come Mbappé, Yamal, Haaland, Lewandowski. Ora c’è un’altra mentalità rispetto a quando giocavamo prima”.
E su Yildiz, nuovo numero 10 della Juve:
“Non lo conosco. Perché guardo pochissimo calcio. So della finale di Champions perché me l’avete ricordato voi”.
In merito al suo futuro politico nel calcio è secco:
“Non penso”. E a chi lo esclude tra i più grandi di sempre risponde: “Non mi interessa. Le generazioni di oggi non ricordano i Di Stefano e Eusebio e tutti gli altri grandi giocatori”.
Quando gli si chiede se sarebbe felice di lavorare alla Juventus, Platini si concede un ricordo personale:
“L’Avvocato me l’aveva chiesto, poi avevo detto di no perché dovevo tornare a casa. Non ho avuto tempo di pensarci, perché ho subito iniziato ad allenare la Francia. Sono onorato che si pensi ancora a me dopo 40 anni. Non ho pensato a questo perché nessuno mi ha chiamato”.
In conclusione della conferenza stampa…
Infine, su cosa vede nel futuro della Juve:
“Non ho mai avuto 70 anni e perciò non saprei. Juve? Non saprei. Ci sono dei cicli e bisogna lavorare per il futuro. Come ho detto prima, però i giocatori sono importanti. Il campionato riflette i valori del campionato. Dopo la partita tutti possono vincere”.
Conclude con due riflessioni molto personali:
“Abbiamo perso delle finali, perché sono complicati. La Juve ha vinto tanti scudetti, perché ha meritato. Nelle finali invece può succedere di tutto. Ora è fatto tutto per far vincere le grandi squadre. La legge Bosman ha permesso alle grandi di vincere quasi sempre. Perché tutti i ricchi del calcio possono comprare chiunque. È capitato anche al PSG”. E infine: “Juventus-Amburgo. Perché non abbiamo vinto per colpa nostra. Invece Francia-Germania era colpa dell’arbitro”.
Sui valori della Juve di oggi:
“Non lo so. Per me l’Avvocato Agnelli rappresentava la Juve. Ora davvero non lo so. Lo stile Juve per me era solo l’Avvocato Agnelli. Oggi non so, era lo stile di un personaggio che era fantastico e adesso non lo so”.
Così si conclude la conferenza del sempre amato “Le Roi” Michel Platini
