Milan
Boban torna a parlare di Milan
A distanza di qualche anno, l’ex fantasista vuota il sacco, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa…

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1 mese agoon

Boban torna a parlare di Milan: l’addio turbolento del croato al club rossonero ha lasciato scorie che non sono ancora state smaltite…
A distanza di qualche anno, l’ex fantasista vuota il sacco, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa… Sassolini grossi come macigni!
I guai del Milan di oggi sono diretta conseguenza del caos societario che lo spinse a farsi da parte, ma basterebbe poco per invertire la rotta:
”Sul piano tecnico non credo sia così lontane. Sul piano di come creare una squadra che funzioni bene si, le due società sono lontane.
Se il Milan fa 3, 4 innesti giusti che riequilibrano un po’ la cosa e diano una logica al gioco, che non c’è, perché non c’è da tutto l’anno, allora si può sperare di avere una squadra vera.
Adesso questa non lo è, invece l’Inter lo è, una squadra competitiva, che sa sempre cosa fare. Noi non abbiamo un’identità”.
Le verità di Boban
A richiamare Boban al Milan fu l’amico ed ex compagno Paolo Maldini, insieme costruirono l’ossatura della squadra che poi avrebbe vinto lo Scudetto:
”Io lascio la FIFA, Paolo mi chiama quando Leonardo è andato via. Paolo voleva andare via, gli dissi:
‘Sei più tu Milan del Milan che c’è oggi, non puoi andare via’. Così sono partito per Milano, Paolo era incerto se restare o no, io ero felice di tornare nella società che amo profondamente.
Non sono nato milanista, ma lo sono diventato. Arrivo, mi rendo conto che la squadra va cambiata tutta e di fatto in sei mesi abbiamo cambiato 13 giocatori.
Era chiaro che non eravamo completi, infatti dopo il mercato dico in un’intervista che i bimbi da soli non possono giocare. E in società erano abbastanza arrabbiati.
Ma ho dovuto dirlo perché era giusto così, non potevano crescere da soli e infatti a gennaio prendiamo Kjaer e Ibrahimovic, due innesti fondamentali per tutto il viaggio verso lo scudetto.
Io lascio due mesi dopo per le ragioni che i milanisti sanno. Senza quei due, soprattutto senza Zlatan, nulla sarebbe stato creato di quel Milan che va verso lo scudetto e anche verso un’identità.
Che Pioli, pur con tante cose sulle quali non ero d’accordo, è riuscito a inculcare”.