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Thierry Henry: “Dissi a Moggi di mandare Del Piero in prestito”

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Thierry Henry

Thierry Henry, ex attaccante della Juventus, è tornato sull’esperienza in bianconero. Argomenti principali: ruolo e rispetto.

Tra i più grandi rimpianti della Juventus c’è senza dubbio Thierry Henry: il francese, infatti, a Torino ha trascorso solo pochi mesi, senza lasciare il segno.

Henry arrivò alla corte di Madama all’età di 22 anni, quando ancora doveva esplodere. Un’esperienza molto breve quella vissuta nel Capoluogo piemontese, visto che rimase alla Juventus solo metà stagione.

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Dietro le ragioni dell’addio, con il passaggio all’Arsenal, non c’è stata solamente la questione legata al ruolo. L’ex giocatore, infatti, in un’intervista rilasciata a ‘The Overlap‘ ha spiegato l’episodio decisivo che lo portò a lasciare il club.

Di seguito la situazione Thierry Henry-Juventus.

THIERRY HENRY: IL RUOLO IN BIANCONERO

Thierry Henry-Juventus

Uno dei maggiori fatti che fece tanto discutere, fu il ruolo che Ancelotti diede ad Henry.

“Stavamo giocando con il 3-5-2 ed io ero l’esterno difensivo: sono passato da numero 9 a laterale, non potevo fare quello che facevo prima. Ho giocato la maggior parte delle partite da laterale. Ho capito lì quanto  fosse difficile essere un vero giocatore professionista e cosa volesse dire giocare per la squadra”.

LA MOTIVAZIONE DELL’ADDIO ALLA JUVENTUS

Non fu solamente per questioni di campo il motivo per cui Henry lasciò i bianconeri: la Juventus, infatti, aveva deciso di mandarlo in prestito all’Udinese.

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Questa la spiegazione del francese:

“Loro volevano Amoruso, ma lo vendevano solo se andavo lì in prestito”.

THIERRY HENRY: LA RICHIESTA A MOGGI

Thierry Henry ha svelato, inoltre, l’incontro in cui Luciano Moggi annunciò l’intenzione di mandarlo in prestito:

“Ti mandiamo all’Udinese ma crediamo in te. Ed io risposi che se credevano in Del Piero allora potevano mandare lui”.

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Il francese, inoltre, ha spiegato quella risposta: 

“Ero stupido all’epoca, ma quello era il mio punto di vista”.

I TITOLI DI CODA CON LA JUVENTUS

Quello fu il momento che decretò la fine del rapporto tra le parti:

“Ho detto che non avrei mai più giocato con quella maglia, non per i tifosi, è un club eccezionale, davvero un grande club ma quello non era rispettoso, quindi sono andato via”.

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