Amarcord
Ruggeri jr: “Costretto a cedere l’Atalanta, qualcuno pagherà”
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13 anni agoon
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Redazione
Atalanta isola felice? Tutt’altro. Con l’arrivo alla presidenza di Antonio Percassi, la Dea ha raggiunto subito la promozione in Serie A, e poi si è confermata su buoni livelli anche nella massima categoria. Da qui il luogo comune usato in apertura. Ma non è tutto oro quello che luccica, e ne sa qualcosa Alessandro Ruggeri, ex numero uno nerazzurro, figlio di Ivan, colpito da un malore nel 2008 ed ora costretto in casa in stato vegetativo.
Alessandro è entrato nella storia per essere diventato il presidente più giovane di Serie A a soli 21 anni, ma nel 2010, anno della retrocessione in B, è stato costretto a cedere la società: “Senza le intimidazioni degli ultrà, mai e poi mai avrei venduto l’Atalanta. Sarei rimasto e avrei portato la famiglia lontano da Bergamo, una città che non merita niente. Se il processo confermerà le tesi dei magistrati, qualcuno dovrà risarcire tutti i danni”, riporta “la Gazzetta dello Sport”.
Dopo il malore del padre, Ruggeri junior si è trovato a gestire una situazione più grande di lui, tra pressioni, consigli “disinteressati”, rapporti con capi ultras. Pure un mastino come Antonio Conte si è trovato costretto a dire addio alla piazza: “Tenere rapporti con certa gente è stato un errore, lo riconosco. L’ho fatto per alleviare pressioni a mia madre e a mia sorella”, mal consigliate dal braccio destro della gestione Ruggeri: “Roberto Spagnolo era il nostro uomo di fiducia. Un secondo dopo che abbiamo venduto è diventato Direttore Generale con Percassi…”.
Adesso il clima sembra essere cambiato: “Dopo la vendita si sono ritrovati tutti uniti, tutti spingevano per Percassi, che definì Doni presidente ideale. Se tornassi indietro non gli rifarei il contratto”. E meno male. Ma tanto non capiteranno più cose del genere: “Alcuni presidenti mi hanno chiesto di lavorare per loro, qualcuno mi ha proposto di rilevare società in difficoltà: magari in futuro, ma non in Italia“.
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