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Amarcord

Dolce e amaro: la storia di Juve-Borussia

Grandi vittorie bianconere, ma anche una terribile delusione, che ancora brucia a distanza di quasi trent’anni!

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Dolce e amaro: la storia di

Dolce e amaro, il Borussia Dortmund evoca un po’ dell’uno e un po’ dell’altro ai tifosi della Juventus… Le due squadre si sono affrontate diverse volte in passato con alterne fortune…

Grandi vittorie bianconere, ma anche una terribile delusione, che ancora brucia a distanza di quasi trent’anni!

Cominciamo proprio da qui, dalla partita maledetta, quella che tutti i sostenitori della Vecchia Signora chissà cosa sarebbero per poter rigiocare…

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Dolce e amaro: quale gusto prevale?

La Juventus di Marcello Lippi, campione d’Europa in carica, si presenta da favorita all’Olympiastadion di Monaco.

L’appuntamento è col Borussia Dortmund per la finalissima della Champions League edizione 1996/97!

L’inizio però si rivela traumatico per i bianconeri, colpiti due volte dall’ex Lazio Riedle e in doppio svantaggio al rientro negli spogliatoi…

Nella ripresa, l’ingresso di Del Piero restituisce slancio alla Vecchia Signora, che accorcia le distanze grazie ad un fantascientifico colpo di tacco del suo numero 10!

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Mentre la formazione torinese si riversa in avanti alla ricerca del pareggio, arriva come una doccia fredda il gol di Lars Ricken, che quasi da metà campo beffa Peruzzi con un astuto pallonetto! Terza finale persa per la Juve!

18 aprile 1995, la Juve a Dortmund si gioca un posto in finale di Coppa Uefa. Per i bianconeri un solo risultato possibile dopo il 2-2 dell’andata: la vittoria!

Ma l’iniziale vantaggio di Porrini è annullato dal gol dell’ex Julio Cesar e l’1-1 ai tedeschi sta benissimo.

Se n’è andata appena la mezz’ora, punizione per la Juve. Punizione per Baggio. Il numero 10 raccoglie il pallone umido di pioggia e lo asciuga con il bordo inferiore della maglia.

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Poi lo mette giù, lo adagia morbidamente su di un letto d’erba e s’allontana. Tre passi indietro, un occhio al portiere, il fischio dell’arbitro.

Un tocco lieve, il pallone prende l’ascensore e comincia a salire. Sale oltre la barriera, la scavalca e girando su sè stesso continua a salire.

Poi d’un tratto scende, planando leggero come una foglia cullata in aria da un Ponentino estivo.

Scende alle spalle del portiere, tramonta laddove s’incontrano i pali, lì dov’è impossibile arrivare. Goool! 2-1 e bye bye Dortmund!

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