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Caracciolo alla Juve? No, per colpa di…

Chissà, comunque, che non sia stato meglio così per l’Airone, che a Torino forse avrebbe faticato…

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Caracciolo alla Juve?

Caracciolo alla Juve? Stava per accadere davvero, ma poi l’affare saltò per colpa di Marotta

Del resto, il calcio, come la vita, è fatto di sliding doors, di twist of fate, di treni che passano una volta sola…

Chissà, comunque, che non sia stato meglio così per l’Airone, che a Torino forse avrebbe faticato…

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In un ambiente ultra competitivo come quello bianconero la pressione schiaccia i caratteri fragili:

la dimensione perfetta per Andrea era quella di Brescia, oasi felice e confort zone che ne esaltava le qualità!

Il veto di Beppe

A un passo dall‘approdo alla Juve, Caracciolo vide sfumare la grande occasione per una ripicca di Marotta, allora Direttore Generale del club bianconero:

Nel mercato di gennaio del 2011 ero stato vicino alla Juventus, che poi prese Matri. Marotta si oppose, secondo lui soffrivo la competizione.

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La verità è che ai tempi della Sampdoria ci scontrammo in malo modo. Mi volevano i Rangers, ma rifiutai l’offerta per tornare di nuovo a Brescia.

Lui se la prese, così gli dissi che se non mi avesse lasciato andare sarei rimasto tutto l’anno in vacanza a Genova. Per il Brescia rifiutai anche un contratto milionario della Dinamo Kiev nel 2011”.

Caracciolo lontano da Brescia

Lontano da Brescia, Andrea Caracciolo non è mai riuscito ad imporsi, solo lì si sentiva sereno e per questo riusciva ad essere determinante:

Lontano dal Rigamonti ho sempre faticato. Penso a Palermo, dove arrivai nel 2005 per sostituire Toni. 

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All’inizio giocavo bene, ma colpii solo pali e traverse e fui criticato. Nel 2006, invece, mi voleva la Roma.

Feci di tutto per andar via, ma Guidolin mi convinse a restare. Fu una scelta sbagliata. Non ho avuto la forza di reagire a qualche nuvola scura.

Vivevo male l’avvicinamento alla partita, avevo un po’ di ansia. Mi vergogno a dirlo, ma andavo spesso in bagno. A Brescia mi sentivo sicuro di me, nelle altre piazze invece no”.

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