Amarcord
Preziosi festeggia i 120 anni del Genoa ma ammette: “Difficile arrivare alla Stella”
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12 anni agoon
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Redazione
In occasione della festa per i 120 anni del Genoa, il presidente rossoblù, Enrico Preziosi, ha parlato ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’, ripercorrendo gli anni della sua gestione del club.
“Ci sono momenti, nella vita di un uomo, in cui ci si ferma per fare un bilancio. – ha detto il patron del Grifone – E se mi guardo indietro, in questi dieci anni vedo tante cose positive, nonostante tutto. Sono onorato di rappresentare un club che ha fatto la storia del calcio in Italia. Negli ultimi giorni quasi tutti i presidenti mi hanno mandato messaggi di auguri, a partire da Agnelli e Galliani”.
“La cosa più bella – ha poi dichiarato – sono i derby vinti con Milito. Successi rotondi, netti, schiaccianti. La delusione maggiore? Genoa-Venezia del 2005. Sono ancora qui a chiedermi perché sia successo tutto questo. Il mio rimpianto più grande? Sapere che sotto la mia presidenza difficilmente i genoani potranno realizzare quel desiderio che attendono da una vita. Non solo, nell’ipotesi migliore, lotteremo per un posto d’onore. E’ deprimente partire sapendo che non tutti sono alla pari”.
Preziosi rivela quindi al quotidiano milanese il suo sogno personale. “Avrei voluto vestire i panni di uno sceicco, – ha detto – regalando a questa tifoseria risultati più prestigiosi. Sogno, poi, che fra 50 anni qualcuno fermi i miei figli e li ringrazi per ciò che ho fatto. Penso di avere sbagliato tante cose, perciò ai genoani chiedo scusa. Ma sappiano che allo stesso tempo ho dedicato una parte importante della mia vita al calcio e, in particolare, al Genoa, in termini di risorse economiche, ma anche di stress e fatica. Ho sempre agito con la massima onestà intellettuale. Mi spiace se non sempre ho realizzato ciò che la gente chiedeva, ma spero di stare qui per i prossimi dieci anni con lo stesso impegno profuso sino ad oggi”.
Poi sulla scelta di un giovane, Fabio Liverani, come allenatore per la nuova stagione. “Rispetto al Genoa di Gasperini, questa è una scommessa diversa. – ha sostenuto – E’ l’anno zero. Liverani ha ereditato una situazione più difficile di Gasperini, dopo due stagioni sofferte, senza contare che sette-otto anni fa il contesto generale era differente”.
E sul giovane portiere Perin, che attraversa un momento di difficoltà, ha dichiarato: “E’ uno dei migliori portieri giovani, qualche volta è stato fortemente criticato. Bizzarrri? Io ho preso un ragazzo di 35 anni, non di 27 o 28, come me ne avevano offerti, proprio perché lui ha grande esperienza, ma non le stesse ambizioni di carriera di un giovane. Il mio messaggio è chiaro: Perin è il titolare, lui deve dargli sicurezza”.
Infine alcune considerazioni sul derby della Lanterna. “Non riusciremo mai a creare a Genova il clima della stracittadina di Milano. Fra Milan e Inter è una partita e stop. Qui no, il derby è la vita, e molto forse dipende anche dalle difficoltà della città al di fuori del calcio. Vedo gente arrabbiata, che cerca allo stadio motivi di rivalsa quasi personale. Penso che il successo in un derby sia una vittoria di Pirro, non ha senso tornarsene a casa distrutti, visto che dopo qualche mese se ne gioca un altro. I drammi veri sono altri”.
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