Amarcord
Moggi critica Conte: “Polemica assurda. Con me non si sarebbe permesso”
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12 anni agoon
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Redazione
Conte vs capello. Sulla vicenda interviene da par suo Luciano Moggi, intervistato da ‘Panorama.it’: “E’ una polemica che mi sembra assurda. Se Capello ha detto che la Serie A oggi non è abbastanza allenante e la Juventus in estate ha aggiunto Tevez e Llorente mentre gli altri hanno venduto i pezzi migliori, mi sembra che abbia fatto un elogio a Conte e alla società e non una critica. Non capisco tutto questo casino. Era un elogio e non capisco il senso della polemica, se è stata fatta artatamente perché qualcuno ci ha soffiato sopra, o altro…“.
Premesso questo, l’ex Direttore della Juventus parla poi di Conte: “Non lo capisco. Siamo di fronte a qualcosa che sembra illogico. Capello ha detto solo che la Juventus è stata brava a rinforzarsi, mentre sul fatto che la serie A oggi sia meno competitiva mi sembra che non ci siano dubbi. Allora c’erano Inter, Milan, Roma, Lazio e Juventus che potevano vincere lo Scudetto e davano sostanza che adesso non c’è più. Guardi la Roma, che ha un giocatore di 37 anni che fa la differenza ed è meritatamente seconda, ma non ha riserve all’altezza come dimostra la serie di pareggi consecutivi“.
Moggi rivendica il valore di quella Juve di Capello, assemblata da lui in prima persona: “Conte con in mano la Juventus di Capello vincerebbe anche in Europa? Non lo so anche perché la Juve di Capello ha dato risultati importanti. Se l’Italia ha vinto il Mondiale nel 2006 il merito è della Juve di allora. C’è un abisso tra quella e questa squadra…“.
Tirata d’orecchi. “Se il presidente Agnelli dovrebbe essere infastidito per quel richiamo agli scudetti revocati? E’ stato un momento di rabbia e poi ha rettificato. Quelli sono scudetti meritati, Conte gioca in uno stadio dove c’è scritto che la Juventus ha 31 scudetti. Allora dovrebbe dire ‘non gioco qui’ se lo pensasse… Se io fossi un suo dirigente oggi gli tirerei le orecchie? Diciamo che con me quelle dichiarazioni non le avrebbe neppure fatte. Mi avrebbe chiesto il permesso…“.
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