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Stranieri: giusto o no per il calcio italiano?
Perché in Italia non ci sono giocatori forti e se ce ne sono nascono una volta ogni 100 anni?
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7 mesi agoon
Perché in Italia non ci sono giocatori forti e se ce ne sono nascono una volta ogni 100 anni? Fino a metà degli anni 90, i ragazzini, finita la scuola, e/o i compiti (che a volte si tralasciavano), scendevano in strada o in piazza, con un pallone, si prendevano 2 sassi ed usando un albero insieme a questi, si delimitava la porta, e si giocava a calcio. Ci si divertiva a fare dribbling o tunnel agli avversari. Così nascevano i Bruno Conti, i Roberto Baggio, i Francesco Totti e li Alex Del Piero. Oggi, il ragazzino che vuol giocare a calcio, viene immediatamente iscritto in una scuola calcio affiliata a ad un club professionistico, dove comincia una lunga trafila, partecipando a trofei inutili dove comunque conta la squadra che vince; quindi gli allenatori delle giovanili insistono sulla tattica, tarpando la tecnica di ognuno dei ragazzini. Questi impareranno a stare in campo, tenere la posizione, arretrare in coro, ma non impareranno mai a saltare l’avversario.
All’estero, soprattutto fuori dall’Europa occidentale, il calcio, spesso, è praticato ancora per strada, e ci sono gli osservatori che vanno in giro per i paesi a scovare fenomeni, non si limitano ad andare al torneo di Viareggio a vedere il baby Empoli (puro esempio) che vince una finale ai calci di rigore, dopo uno scialbo 0–0.
Dopo la debacle ai mondiali del ‘66 (sconfitta contro la Corea del Nord) in Italia venne proibito alle società professioniste di acquistare calciatori esteri; si conservarono, a esaurimento, solo quelli che c’erano già.
L’Italia vinse gli Europei nel ‘68, giunse seconda ai mondiali del ‘70, non fece gran bella figura ai mondiali del ‘74, giunse quarta a quelli del ‘78 e vinse quelli dell’ ‘82.
il divieto cominciò a essere tolto, mi pare nel ‘79 concedendo uno straniero per club, poi piano piano si arrivò a due, tre e poi, su pressione dell’Europa, alla liberalizzazione completa.
Non è una risposta, ma chiarisce il fatto che non c’è grosso stimolo ad allevare buoni giocatori in Italia.
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