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Mondiale per Club

PSG travolgente: dominio totale contro l’Atletico Madrid

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PSG Luis Enrique

I Campioni d’Europa non si fermano. Anzi, sembrano addirittura migliorati. Il PSG di Luis Enrique ha letteralmente annientato l’Atletico Madrid al Rose Bowl al Mondiale per club, in una partita che ha riproposto le stesse sensazioni della finale di Champions League di 16 giorni fa. La squadra parigina ha dominato i Colchoneros con un calcio brillante, moderno e spietato: traversa di Kvara, gol annullato ad Alvarez e rosso diretto a Lenglet, nel mezzo una lezione tattica e tecnica a firma del genio spagnolo in panchina.

Il PSG domina l’Atletico Madrid

Questa squadra è riapparsa al Mondiale per club proprio come l’avevamo lasciata 16 giorni fa in finale di Champions League. Il Rose Bowl come l’Allianz: per Simeone giusto un gol in meno incassato rispetto a Inzaghi e una faccia che non è stata persa del tutto, con un secondo tempo almeno dignitoso sul piano del temperamento. Ma la sensazione di dominio del match è stata la stessa.

Il PSG gioca leggero ma schiaccia, è bello da vedere e allo stesso tempo efficace. La poesia e la prosa del calcio: il PSG è tutto questo. Il copione è identico a quello vissuto dall’Inter: doppio vantaggio già nel primo tempo, poi il tris firmato da Mayulu e il rigore finale di Lee che manda in visibilio gli 80 mila presenti a Pasadena. Dopo i quattro trofei stagionali, ora i parigini inseguono la manita, con una determinazione che impressiona.
Non è solo una questione di fortuna. Gioca con il cinque, questo PSG. Ma qui la fortuna non c’entra, non è mica un azzardo. È frutto della chimica perfetta che Luis Enrique ha costruito: pressing, corsa, qualità e disponibilità totale al sacrificio. Si può giocare da 10 e correre come un 8? Sì, se ti chiami PSG.

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Una squadra da applausi!

C’è un’immagine che racconta tutto: Hakimi è a terra, Doué lo vede, e nonostante il gioco sia fermo compie uno scatto poderoso all’indietro per andare a piazzarsi nella posizione di terzino. Questa è la magia di Luis Enrique.
L’Atletico ha finito il primo tempo con appena il 26% di possesso palla, senza mai riuscire a ripartire né a contenere gli scambi del centrocampo parigino. Fabian in profondità, Kvara in arretramento, Hakimi devastante. Il tutto orchestrato per liberare il talento, non per incatenarlo.

Il migliore in campo è stato Kvara: imprendibile, ha fornito l’assist per Fabian Ruiz sull’1-0 al 19’ e poco dopo ha servito un cioccolatino a Vitinha, in una delle poche ripartenze concesse dall’Atletico rimasto a dolersi per la chance sciupata da Griezmann.
Il PSG è una macchina perfetta, e oggi più che mai il favorito per il titolo. Luis Enrique non sbaglia nulla, la squadra lo segue come un direttore d’orchestra. E non ce n’è per nessuno.

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