Interviste
Esclusiva: Francesco Caputo
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Redazione
Esclusiva: Francesco Caputo.“Con De Zerbi l’anno migliore della mia carriera. In Nazionale si respirava qualcosa di speciale”.
Davide Sacchetti ha intervistato in esclusiva (Clicca QUI per altre interviste) per Calcissimo.com Francesco Caputo, attaccante che ha saputo conquistarsi la Serie A passo dopo passo, protagonista con Empoli e Sassuolo e convocato in Nazionale nel ciclo che ha portato alla vittoria di Euro 2020. Con lui abbiamo parlato di gol che mancano alle big, di De Zerbi, della maglia azzurra e di qualche retroscena di mercato mai raccontato.
Esclusiva: Francesco Caputo
Come si spiega che quest’anno nelle big gli attaccanti fanno fatica a segnare?
“Purtroppo, analizzando questo campionato, si vede che la fase offensiva degli attaccanti registra numeri molto bassi. In questo momento storico non ci sono veri top player in testa alla classifica marcatori. Spesso, però, bisogna anche metterli nelle condizioni migliori per rendere al massimo.”
Come lavoravate con De Zerbi al Sassuolo?
“Lui è stato l’esempio più importante della mia carriera. Sono andato a Sassuolo perché mi voleva a tutti i costi e mi sono trovato subito benissimo. C’è stato un feeling strepitoso: la sua idea di calcio ha esaltato le mie caratteristiche. È stato probabilmente l’anno migliore della mia carriera.”
Che emozione è stata vestire la maglia azzurra? Si capiva che quello poteva essere un gruppo vincente all’Europeo?
“Mi sono ritrovato in diverse convocazioni con tanti ragazzi che poi hanno vinto l’Europeo. Fin dall’inizio si percepiva che si stava creando un gruppo importante. Io l’ho vissuta a pieno e si respirava un’aria bellissima. Ringrazierò sempre mister Mancini perché è stato l’unico a darmi questa possibilità.”
La nazionale di Gattuso
Gattuso sulla panchina della Nazionale come lo vede?
“Penso che Gattuso, insieme a figure come Bonucci e Buffon, sia giusto per questo momento della Nazionale. C’era bisogno di ritrovare attaccamento alla maglia azzurra, che negli ultimi anni era mancato. Credo che loro abbiano riportato questo spirito. Da qui poi vanno inserite idee nuove. Mi piace anche il modo di giocare, anche se va detto che oggi ci sono pochi italiani che giocano stabilmente nei top club.”
Nel periodo tra Empoli e Sassuolo ha mai avuto offerte da top club italiani?
“Sicuramente ci sono state occasioni per andare alla Roma e alla Lazio. Negli ultimi giorni ho scoperto anche cose che non sapevo: Bonucci mi ha raccontato che, dopo l’anno al Sassuolo, provò in tutti i modi a portarmi alla Juventus come terzo o quarto attaccante, ma per vari motivi non si concretizzò. Poi, tramite un altro amico, ho scoperto che Spalletti aveva provato a portarmi all’Inter, ma il Sassuolo chiese una cifra molto alta.”
Già dai tempi del Bari Conte era così meticoloso e trattava tutti allo stesso modo?
“È sempre stato così. Anzi, quando arrivò a Bari la prima cosa che disse fu: ‘Ragazzi, non sono venuto qui per salvarmi, ma per provare a vincere il campionato’. Questo ti fa capire subito la sua mentalità. Non lascia nulla al caso e pretende tantissimo, sia dal punto di vista fisico che tattico.”
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