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Pallonate

Classe, tecnica e caso

Un gran gol può essere figlio della casualità: parola di Marco Van Basten…

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Classe, tecnica e caso

Un gran gol può essere figlio della casualità: parola di Marco Van Basten…

Per carità, sarà vero, ma è altrettanto chiaro che senza il suo immenso talento, il Cigno di Utrecht non sarebbe mai riuscito nell’impresa di segnare come fece contro l’Unione Sovietica agli Europei del 1988, sfidando le leggi della fisica e piegandola alla propria volontà!

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Ci sono reti che più di altre s’imprimono nella memoria collettiva, superando i confini del tempo e guadagnandosi l’immortalità: capolavori che non invecchiano mai, come la Gioconda o gli affreschi della Cappella Sistina, pezzi unici e inimitabili, esposti nella galleria d’arte del pallone!

Caviglia di cristallo

La classe di Marco Van Basten è pari alla sfortuna che lo ha bersagliato, costringendolo ad appendere gli scarpini al chiodo ad appena trent’anni…

Ma quella caviglia di cristallo, che lo ha tormentato per l’intera durata della sua carriera si è rivelata in un certo senso provvidenziale: ecco perché…

Talento e casualità 

Abbiamo ancora tutti negli occhi l’istantanea di Van Basten che si coordina magistralmente per impattare al volo il pallone spiovente verso la linea di fondo nella finale di Euro ‘88 tra Olanda e Unione Sovietica:

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un gol pazzesco, ai confini della realtà! Un capolavoro figlio dell’innata classe e del talento immenso del Cigno di Utrecht, ma forse anche del caso:

Segnai perché avevo la caviglia fasciata in modo rigido, e mi tenne il piede fermo mentre colpivo. Un piccolo risarcimento da parte della Dea Bendata”.

Fuori dallo stadio 

Senza quella fasciatura così rigida, probabilmente, Van Basten avrebbe sparato il pallone in curva…

Così accadde quando provò a ripetere quello straordinario gesto tecnico un paio di mesi più tardi:

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Due mesi dopo giocammo una amichevole nello stesso stadio. I miei compagni mi fecero scommettere che ci avrei riprovato. Tirai la palla fuori dallo stadio”.

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