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Pallonate

5 liti storiche del mondo del calcio

Certi strappi sono impossibili da ricucire!

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Non sempre grandi campioni e grandi allenatori vanno d’accordo: a volte, l’incompatibilità tra caratteri forti gioca brutti scherzi alle squadre e ai tifosi. Ecco 5 liti storiche del mondo del calcio che hanno portato a clamorosi ribaltoni, sia in panchina che in campo…

Strappi insanabili

  • VAN BASTEN E SACCHI 
    Insieme hanno vinto di tutto, eppure non si sono mai piaciuti del tutto. Colpa dell’ossessione per il tatticismo sfrenato di Arrigo, l’uomo che ha rivoluzionato il calcio e che ha portato all’esasperazione Van Basten, che ha parlato così del suo ex allenatore ai microfoni del settimanale 7

Non c’è mai stato feeling personale tra me e lui. Non mi ha mai dato l’impressione di essere onesto nei rapporti umani. Non era mai diretto. Andava a zig zag. Quando non era contento di come ci allenavamo, se la prendeva con i giovani, con i più deboli, che magari invece erano in testa a tirare il gruppo. La storia l’hanno fatta i suoi giocatori. 

  • RONALDO E CUPER 
    Sull’altra sponda del Naviglio, tra Ronaldo e Cuper sono volati gli stracci dopo la sconfitta del 5 maggio 2002, quando l’Inter si è vista soffiare dalla Juve uno Scudetto già praticamente vinto all’ultima giornate. Le lacrime del Fenomeno a fine gara nascondevano un disagio nei confronti del tecnico argentino: 

Non avrei mai voluto lasciare l’Inter, la sentivo come casa mia. Non mi era mai capitato di chiedere la testa di un allenatore al mio presidente, non fa parte dei miei valori. Però con Cuper non ce la facevo più, si comportava male nei miei confronti. Pensavo che Moratti avrebbe cacciato Cuper, perciò a causa del mio orgoglio scelsi di andarmene.

  • IBRAHIMOVIC E GUARDIOLA 
    Ibra lasciò l’Inter nel 2009 per andare a vincere la Champions con il Barcellona di Guardiola: come è andata a finire lo sappiamo tutti, ma nessuno poteva prevedere il rapporto burrascoso tra lo svedese e Guardiola. Questo il ricordo di Zlatan nella sua autobiografia: 

Il mio problema a Barcellona era Josep Guardiola. Mi sono trovato in una situazione in cui l’allenatore non mi parlava e quella era una novità per me. Oggi non so ancora quale fosse il problema. Guardiola si nascondeva da me, era un codardo. Aspettava che passassi prima di lasciare lo spogliatoio. Come tecnico è un fenomeno, ma come uomo…

  • IKER CASILLAS E MOURINHO
    Può un allenatore arrivare al Real e ammainare una bandiera del madridismoe della storia calcistica spagnola? Evidentemente sì: è quanto successo tra José Mourinho e Iker Casillas, portiere e idolo dei tifosi dei merengues, con cui ha vinto la bellezza di 4 Champions, prima di essere panchinato da Mou per un Diego Lopez qualsiasi. Una scelta che ha cambiato la vita di Iker: 

La tensione è iniziata in occasione di una sfida con il Levante. Ci siamo allontanati dal Barcellona, il nervosismo è cresciuto e gli dissi che non mi sembrava giusto che un professionista abbia messo il dito nell’occhio di un altro allenatore (il riferimento è alla rissa in cui Mou arrivo a contatto con Tito Vilanova). Il club ci aveva detto di risolvere subito la questione, così ci siamo parlati e detti le cose in faccia, ma dopo un po’ i fantasmi si sono ripresentati. Il terzo anno il rapporto era logoro, dopo un rapporto di amore odio per i primi due anni.

  • TOTTI E SPALLETTI
    Ma la madre di tutte le litigate negli ultimi anni è stata quella tra Francesco Totti e Luciano Spalletti, con l’allenatore toscano additato di aver messo alla porta l’uomo simbolo di Roma e della Roma. L’ex Capitano è tornato più volte sul rapporto tormentato con Spalletti: 

 Quell’ultimo anno con Spalletti fu un incubo. Più mi impegnavo, più lui cercava la rottura, la provocazione, il litigio o il pretesto. Capii in fretta che in quelle condizioni proseguire sarebbe stato impossibile. Così, per la prima volta in 25 anni di Roma, tra gennaio e febbraio, mollai.

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