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Pallonate

5 Maestri del Piazzato

A giro o di potenza, il pallone finiva sempre nel sette, lì dove i portieri non potevano neppure pensare di arrivare!

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A giro o di potenza, il pallone finiva sempre nel sette, lì dove i portieri non potevano neppure pensare di arrivare: ecco 5 infallibili Maestri del piazzato…

1) Platini

Quante volte abbiamo provato a imitare le punizioni di Platini, sforzandoci di far salire il pallone oltre la barriera, una barriera di macchine parcheggiate per strada, per poi farlo scendere all’incrocio, non dei pali, ma dei bordi della saracinesca di un garage.

Quante volte abbiamo provato a calciare una punizione a foglia morta e la maledetta, non quella di Pirlo, rimaneva sempre viva! Già, come muore una foglia? Dev’esserselo chiesto, molto prima di noi, Michel Platini, che di foglie nella sua parabola da calciatore ha fatto strage.

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Se l’è chiesto e si è anche risposto: una foglia muore accarezzando il pallone con la parte interna del piede, così da imprimergli un particolare effetto rotatorio, simile a quello di un’elica che gira. Girando l’elica permette all’aeroplano di decollare, allo stesso modo, il pallone, girando, si solleva da terra e inizia a salire fino a che non perde quota e comincia a scendere verso la destinazione finale, il sette.

Platini ha sfidato la fisica, si è fatto beffe della gravità, ha mostrato a tutti come muore una foglia. Al posto della foglia, per poco non moriva una signora, sulla Rue Saint-Exupéry di Joeuf, dove un bambino di sette anni, più simile a un nano in pantaloncini, si allena tutti i giorni a calciare le punizioni.

La porta è la saracinesca del garage dei vicini, il portiere Fufi, il cane di sua cugina Stefanina, ma il pallone non sempre finisce dove dovrebbe e così capita che una volta vada a colpire una donna che passava per strada, mandandola all’ospedale. Per continuare ad allenarsi sulle punizioni a foglia morta senza rischiare di avere sulla coscienza una donna morta, il nano in pantaloncini decise di cambiare bersaglio e cominci  a mirare al palo del telegrafo di fronte casa.

Si chiamava Michel quel nano in pantaloncini, Michel Platini, e il palo del telegrafo era capace di centrarlo anche 10 volte di seguito. Dal palo del telegrafo di fronte casa all’incrocio dei pali della porta del Comunale di Torino, cambia il bersaglio, identico il risultato.

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2) Zico

Se non esisteva antidoto alle punizioni di Platini, a quelle di Zico era altrettanto inutile provare ad opporsi, nove su 10 finivano nel sette. Ci provò il Professor Scoglio, che alla vigilia di un Genoa-Udinese di 32 anni fa, esclamò eureka! come Archimede e annunciò al mondo d’aver trovato il modo di disinnescare le mine del Galinho: “Basta far saltare la barriera al momento giusto“.

E la barriera saltò, ma Zico calciò rasoterra e il pallone non trovò ostacoli nel suo viaggio verso l’angolino. Goool! Inevitabile. Se è vero che, come insegna Esopo, nessuno sfugge al proprio destino, le punizioni di Zico sono un destino al quale i portieri avversari non possono sottrarsi. Come le sentenze della Cassazione, le punizioni di Zico sono inappellabili.

3) Roby Baggio

Come muore una foglia Roberto lo ha imparato da Zico, ammirando e imitando le punizioni del Galinho, non immaginando che un giorno sarebbero state le sue punizioni ad essere ammirate e imitate. 18 aprile 1995, la Juve a Dortmund si gioca un posto in finale di Coppa Uefa.

Per i bianconeri un solo risultato possibile dopo il 2-2 dell’andata: la vittoria! Ma l’iniziale vantaggio di Porrini è annullato dal gol dell’ex Julio Cesar e l’1-1 ai tedeschi sta benissimo. Se n’è andata appena la mezz’ora, punizione per la Juve. Punizione per Baggio.

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Il numero 10 raccoglie il pallone umido di pioggia e lo asciuga con il bordo inferiore della maglia. Poi lo mette giù, lo adagia morbidamente su di un letto d’erba e s’allontana. Tre passi indietro, un occhio al portiere, il fischio dell’arbitro. Un tocco lieve, il pallone prende l’ascensore e comincia a salire.

4) Legrotaglie 

Il suo nome forse non vi deve granché, ma Victor Legrottaglie è stato senza ombra di dubbio uno dei talenti più fulgidi della storia del calcio argentino! Per lui si scomodò Santiago Bernabeu in persona, che, innamorato della sua classe immensa, provò in tutti i modi a convincerlo a trasferirsi a Madrid! El Maestro però decise di rimanere fedele ai colori della squadra della sua città, il Gimnasia y Esgrima di Mendoza, declinando garbatamente la proposta del Real e degli altri Top Club che nel corso degli anni si interessarono a lui!

Scorrendo la classifica All Time dei migliori marcatori su calcio di punizione vi accorgerete che Victor Legrottaglie occupa la terza posizione alle spalle di Juninho Pernambucano e Pelè! Non esisteva antidoto alle traiettorie velenose del Maestro: quando sistemava il pallone sulla sua mattonella, il portiere avversario sapeva già che lo avrebbe raccolto in fondo alla rete! 

5) Rivelino

A rendere celebre nel mondo la punizione a tre dita fu per primo Roberto Rivelino: leggendarie le sue conclusioni mancine, potenti e precise, spesso illeggibili per i portieri avversari grazie a quel particolare effetto ad uscire impresso con l’esterno del piede! 

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