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Lazio-Roma: trasferte vietate ai tifosi

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4 settimane agoon

Lazio-Roma: quando il calcio diventa ostaggio della violenza
Dopo gli scontri del derby romano, arriva lo stop per i tifosi di Lazio e Roma. Una misura necessaria ma che mette ancora una volta in discussione il rapporto tra tifo, sicurezza e libertà. La passione per il calcio, quella vera, che unisce, si ferma davanti l’ennesimo bollettino di guerra da stadio. Dopo i gravi incidenti avvenuti in occasione del derby capitolino, il Ministero dell’Interno ha disposto il divieto di trasferta per i tifosi di Roma e Lazio fino a fine stagione. Una decisione drastica ma inevitabile, a fronte di una guerriglia urbana che ha trasformato la Capitale in un teatro di violenza.
Un bilancio che parla chiaro
Un poliziotto gravemente ferito, ventiquattro agenti contusi, auto distrutte e una intera zona di città, fra Ponte Milvio e il quartiere Flaminio, messa in ginocchio. Il comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive (Casms) ha quindi deciso: niente più trasferte per i giallorossi e i biancocelesti. Le prossime gare contro Genoa, Empoli, Inter, Atalanta e Torino, si giocheranno senza il sostegno dei tifosi. E’ l’ennesimo capitolo di una storia che si ripete troppo spesso. Il calcio dovrebbe essere festa, colore e appartenenza. Ma quando l’amore per una maglia si trasforma in odio per l’avversario, quando una piccola parte della curva si fa pretesto per lo scontro e non per il tifo, allora la libertà di movimento viene sacrificata sull’altare della sicurezza pubblica. La misura non è punitiva verso i tifosi, ma un tentativo estremo per arginare un fenomeno che sfugge sempre più di mano. Un appello al senso di responsabilità prima che le curve chiudano definitivamente. E con loro, un pezzo di calcio che possiamo chiamare passione spesso tramandata di generazione in generazione. Eppure, le curve, quelle sane e vere, sanno anche insegnare cosa significa amare una squadra, farne simbolo di identità, di comunità e di fratellanza oltre il risultato.