Pagelle
Editoriale – Juve, con un Tevez così…
Published
12 anni agoon
By
Redazione
Ovviamente non avremo mai la controprova, ma la sensazione che una partita così la Juve dell’anno scorso non l’avrebbe mai vinta, è forte. Il grande problema della squadra di Conte non è mai stato quello di creare gioco e collezionare occasioni, quanto piuttosto che per concretizzarne una, ne aveva bisogno a tonnellate.
Quello, rispetto al passato, non è cambiato: la Juve attuale, pur con un Pirlo a volte appannato, altre schermato da marcature personalizzate, è comunque arrembante, generosa e spesso imprecisa, ma neanche troppo fortunata. A Copenaghen si è trovata di fronte un dopolavorista che contro i bianconeri si è trasformato in Superman, contro il Verona, oltre ad un ottimo Rafael, i ragazzi di Conte sono andati oltre tre pali e un salvataggio sulla linea. In più un’altra miriade di rimpalli, ribattute, salvataggi. Si è giocato praticamente ad una porta sola…
Nonostante questo, è terminata solo 2-1 e fino all’ultimo la gara è stata in bilico non solo nel risultato. Dire che i bianconeri nel finale abbiano sofferto è pure eccessivo, ma tenere aperta una gara che sarebbe dovuta andare in archivio dopo 20′ di gioco, è sempre un rischio. Tuttavia, come detto, visto il Vucinic lezioso e irritante entrato in campo e Giovinco elettrico ma anche impreciso, se in campo non ci fossero stati Tevez e Llorente, probabilmente il Verona sarebbe uscito dallo Stadium pure col punticino.
In particolare, l’argentino s’è caricato i compagni sulle spalle e, con Pirlo marcato a uomo, ha fatto il regista e pure il realizzatore. Quando in passato si diceva che alla Juve mancava un top player, e in molti si chiedevano cosa fosse, ci si riferiva proprio a questo, ad un calciatore in grado di fare la differenza, di rompere le barricate avversarie, di prendere per mano la squadra e portarla al successo. Oltre a questo, Tevez ci mette pure quella garra che fa impazzire i tifosi.
Nella loro testa rimarrà certamente il doppio palo, sicuramente il gol, ma pure l’indomita grinta con la quale difende il pallone e la ferocia con la quale lotta per recuperarlo se, raramente, il difensore riesce in qualche modo a sradicargliela dai piedi. Tutto questo mentre altri, che rispetto a lui non hanno vinto niente, e da lui avrebbero molto da imparare, giocano con l’arroganza dei presuntuosi…
You may like

Dal Newton Heath al Manchester Utd: quando i Red Devils non erano diavoli e neppure rossi

Quella volta che… Sylvester Stallone parò un rigore alla Germania

FOTO – Il Bayern vince ancora, ma a festeggiare non c’è proprio nessuno…

VIDEO – Ricordate Diego Forlan? Gioca e segna ancora, ma nella Serie B giapponese!

18 gennaio 1953, quella volta che Amadei al 90′ fece esplodere il Vomero e piangere la ‘Signora’

Storia dell’autogol: i pionieri, i più grandi “autogoleador”











