Fino alla fine
Fatal Verona Atto II
Gli uomini di Allegri sembrano ormai completamente apatici, abulici, svuotati di tutto!
Published
8 mesi agoon
Fatal Verona Atto II
Detto, fatto.
Certo il mio ultimo articolo non era stato propriamente concepito per assurgere a profezia, ma quanto ivi ventilato si è, purtroppo, rivelato realtà.
Un misero punticino
Già, perché dopo il pari con l’Empoli e le sconfitte contro Inter ed Udinese, i bianconeri frenano anche a Verona, uscendo dal “Bentegodi” con un misero punto e tanti, troppiinterrogativi.
E ora? Beh, ora è tutto nuovamente (e maledettamente) in discussione, quarto posto compreso.
Lo so, qualcuno di voi mi prenderà per pazzo, e potrebbe anche essere vero. Ma – credetemi – il rischio è concreto, vivido ed attuale.
Svuotati di tutto
Il perché è molto semplice: gli uomini di Allegri sembrano ormai completamente apatici, abulici, svuotati di tutto.
Al di là della povertà sotto il profilo del gioco (problematica tristemente nota quanto atavica) e della mancanza di idee sotto il profilo tattico, ciò che più preoccupa è il crollo sotto il profilo psicologico.
La fragile Signora
La Vecchia Signora si scopre improvvisamente fragile, del tutto incapace di risollevarsi di fronte alle difficoltà, fosse anche solo l’essere
passata in svantaggio contro una squadra che lotta per la salvezza (ergo, almeno sulla carta, più debole).
E’ evidente che non si tratta di una questione di poco conto, specie in virtù del fatto che, da qui a giugno, mancano ancora diverse partite,
e la prospettiva di non agguantare neppure il posto in Champions (che, comunque, al momento non pare essere in discussione,
complice anche la contestuale frenata del Napoli) non consente ai tifosi di Madama di dormire sonni tranquilli.
Dove stanno i senatori?
In questi casi, solitamente, sono i senatori o, quantomeno, i giocatori più carismatici a prendersi la squadra sulle spalle ed a traghettarla fuori dalla tempesta.
Il punto è: la Juventus ha in rosa elementi con siffatte caratteristiche? La risposta è abbastanza scontata: no.
Szczesny, per quanto ancora uno dei migliori portieri del campionato, non rappresenta più la garanzia di qualche tempo fa (anche perché ormai prossimo alle trentaquattro primavere).
Danilo, per quanto sempre encomiabile sotto il profilo dell’impegno, più di quel tanto non può dare, ed anche gli infortuni che lo affliggono sono sempre più numerosi.
Bremer è sicuramente, là dietro, l’uomo più in forma, ma, senza l’ausilio di una retroguardia solida, da solo può fare ben poco.
In mezzo, Rabiot è certamente l’elemento di spicco, sia dal punto di vista tecnico che a livello atletico, ma il suo problema è la continuità di rendimento.
Locatelli – lo sappiamo bene – sebbene generoso, si fa notare più per gli errori nel tentare di servire i compagni che per le giocate positive.
Nota stonata
Davanti, Chiesa è la nota maggiormente stonata, perché la sua involuzione è sotto gli occhi di tutti.
Sempre gli stessi movimenti, sempre le stesse giocate, che, peraltro, sortiscono sistematicamente lo stesso effetto: il nulla.
Forse davvero bisognerebbe prendere in considerazione l’idea di cederlo in estate. Rimane da capire se queste sue difficoltà siano
la conseguenza dei postumi del grave infortunio di due anni fa oppure se il reale valore del buon Chicco sia, effettivamente, questo.
L’uomo da 80 milioni
Infine, l’uomo da 80 milioni, quello che, in linea meramente teorica, dovrebbe essere il vero valore aggiunto del club:
Dusan Vlahovic. Sebbene lo score del serbo sia leggermente migliorato nelle ultime partite, ancora siamo ben lontani da rendimento
auspicato ed auspicabile per uno che incantava, a suon di gol, la platea fiorentina. E non si tratta più, ormai, di sistema di gioco o mancanza di rifornimenti.
Semplicemente quello bianconero è un contesto non adatto al numero 9.
Insomma, nulla è compromesso, ma occorre al più presto cambiare marcia.
Prima che la situazione deflagri.
Prima che l’esito della stagione divenga irreversibilmente compromesso.
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