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Il rapporto con Retegui

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Il rapporto con Retegui

Il rapporto con Retegui

Il rapporto con Retegui. Scamacca risponde alla domanda di chi gli chiede se uno di loro due è di troppo o se possano convivere.

Gianluca Scamacca si sofferma sulla sua Atalanta. L’attaccante nerazzurro ha parlato ai taccuini dell’edizione odierna della Gazzetta dello Sport di Mateo Retegui e se si aspettava un’esplosione così dell’ex Genoa:

“È forte, l’Atalanta è un ambiente speciale e qui, chi più e chi meno, le punte hanno sempre segnato tanto.

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Uno è di troppo o possiamo giocare insieme?

Due centravanti in rosa non sono mai troppi, qualunque allenatore li vorrebbe. Per come gioca l’Atalanta i due attaccanti devono fare cose diverse e io non faccio quello che fa Lookman: forse sarà più facile in corsa. Dipenderà dalle partite. E da quello che si inventerà il mister…”.

“Non ho paura perché dipenderà solo da me – ha proseguito parlando sempre dell’infortunio – se rientri con la paura del trauma, hai perso solo tempo. Ma per come sto facendo le cose, magari ci metterò un mese di più, ma andrò dritto, e starò meglio di prima”. Poi un pensiero sui tempi di recupero:

“Tempi di recupero per il secondo infortunio: quattro mesi e mezzo. Quando riprenderà la preparazione, a metà luglio, ne saranno passati più di cinque: hai voglia…Pronto quindi per la chiamata di Spalletti in Nazionale a settembre? Quello dipenderà da come starò, se farò bene con l’Atalanta: dunque devo pensare all’Atalanta, prima di ripensare alla Nazionale”.

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La nazionale

Gianluca Scamacca guarda avanti con fiducia e determinazione, pronto a riconquistare il campo e a riprendersi ciò che il destino gli ha tolto con gli infortuni. La sua mentalità è chiara: meglio prendersi un mese in più ma tornare più forte di prima. L’Atalanta, ambiente ideale per gli attaccanti, può essere ancora una volta il trampolino di lancio per ambizioni personali e collettive.

In un attacco dove la concorrenza stimola e non spaventa, Scamacca è consapevole che ogni partita può essere decisiva, sia per lui che per i sogni della Dea. L’Europeo con l’Italia resta sullo sfondo, ma solo come naturale conseguenza di un ritorno ad alti livelli con la maglia nerazzurra. Prima l’Atalanta, poi, forse, l’azzurro. Ma tutto dipenderà da lui. E lui lo sa bene.

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