Serie A
Mancini stupisce: “Non mi sento un simbolo della Roma”
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4 mesi agoon

Mancini stupisce tutti dichiarando di stare bene a Roma, ma di non sentirsi un simbolo, almeno per il momento.
Gianluca Mancini è alla quinta stagione con la maglia della Roma, ma questa volta in panchina avrà Gian Piero Gasperini a dargli ordini. Ma il centrale di 29 anni non si sente un simbolo del club giallorosso, come ha spiegato nell’intervista al Corriere dello Sport:
“Forse mi vedono come quello più carismatico, simbolo però è una parola grossa. Chissà, magari quando smetterò mi ci sentirò”.
Però non ha dubbi circa la volontà di legarsi a vita con la Roma: “Sì, assolutamente sì. Sono qua dal 2019 e diventare una bandiera sarebbe un sogno. La Roma a vita, mi piace”. Un modo per ricollegarsi alla sua situazione contrattuale, visto che l’ex Atalanta ha un contratto in scadenza nel 2027: “Non ne stiamo ancora parlando. Per me non è un problema. Non c’è alcun tipo di preoccupazione”.
In carriera ha avuto differenti allenatori, da Fonseca a De Rossi, prima ancora Mourinho, adesso Gasperini, e si è sempre adattato a richieste diverse:
“Il mio è fare tutto quello che mi chiedono. Se lei fosse il mio allenatore e per assurdo mi dicesse ‘Gianluca, oggi per vincere la partita dai 5 testate a un albero’, io lo farei. Mi fiderei di lei, rispetterei i compiti che mi assegna. Non sto mai a pensare a cose tipo ‘sono abituato a questo’, ‘per me sarebbe meglio quest’altro’. Son pensieri che inquinano la mente e basta. Quando non mi sento capace di fare qualcosa, cerco di impararla”.
Mancini stupisce
Le parole di Gianluca Mancini riflettono perfettamente il profilo di un calciatore che, pur non considerandosi ancora un “simbolo” della Roma, incarna con forza lo spirito di appartenenza e dedizione totale alla maglia. Il suo desiderio di legarsi a vita al club giallorosso è una dichiarazione d’amore genuina, rara nel calcio moderno, in cui la fedeltà è spesso sacrificata sull’altare del mercato.
Colpisce soprattutto la sua mentalità da “soldato”, pronto a eseguire ogni richiesta dell’allenatore senza metterla in discussione. La frase iperbolica — “Se mi chiedessero di dare cinque testate a un albero lo farei” — racconta più di mille parole: Mancini è uno che mette sempre il gruppo prima del proprio ego, che non si attacca a scuse o comfort tattici, ma che si adatta e lotta. Gasperini, che ama i giocatori generosi e “tosti”, avrà sicuramente trovato in lui un alleato ideale per plasmare la nuova Roma.
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