Pazza Inter
Lo strillo di Borzillo – Caaaaalma!
Published
3 anni agoon
By
RedazioneLo so, girano ancora le balle per la sconfitta di sabato sera, frutto di un quarto d’ora finale pieno di oscenità da parte nostra che manco in un semestre di partite riusciamo a metterle insieme. Peccato, perché la realtà dei fatti è stata molto diversa dal racconto del punteggio, mero e scarno, incapace di spiegare i settanta minuti di dominio del gioco che i ragazzi di Simone Inzaghi hanno dimostrato. Ma, come spesso accade nel calcio, non sempre il bel gioco è sinonimo di vittoria e tre punti. Quest’anno abbiamo ammirato una squadra spumeggiante per lo stesso numero di minuti, tu guarda, col Real Madrid, settanta. Risultato finale: un ragazzotto si alza dalla panchina e ti punisce senza se e senza ma, con te a guardarti nel laghetto dello spettacolo fine a sé stesso. Discorso simile con l’Atalanta: venti minuti iniziali di spettacolo, vantaggio di Lautaro, gol divorato da Dzeko, altra occasione, poi il buio, la luce che si spegne. Vai sotto, la pareggi, giochi una gran bella partita ma, ahimè, butti alle ortiche i tre punti con la decisione, cervellotica, di Simone nel consegnare pallone e responsabilità a un giovanotto ventiquattrenne quando quel maledetto pallone, proprio quello, lo aveva già in mano Perisic, deciso a battere lui. Ora, intendiamoci, il risultato di quella gara fu corretto, il pareggio ci stava tutto, ma ancora una volta hai perso punti. Vero, in altre occasioni, che so, Verona, Firenze, anche Reggio Emilia per certi versi, recuperi e ribalti: attenzione, non è un dato di fatto trascurabile, contro squadre meno forti, decisamente meno forti di te. Genova, sponda Samp, è una serie di nefandezze difensive sommate a errori e orrori puerili davanti alla porta blucerchiata. Ora, anche a Roma l’Inter comanda il gioco. Perché negare che i primi sessantasette minuti siano stati di marca nerazzurra significa aver guardato i riflessi filmati senza analizzare i movimenti delle due contendenti. Da una parte l’Inter, perfettamente in grado di dettare tempi e modi, dominando in assoluto sulle fasce. Dall’altra la Lazio, giocoforza costretta ad attaccare dopo il gol subito a inizio partita: e, poiché la squadra di Sarri non è pronta per lo scudetto ma tra le sue fila vanta giocatori di prima o primissima fascia, ecco che qualche occasione sui piedi dei biancazzurri è capitata, frutto più della forza di nervi che di un gioco esaltante. Ma, ancora una volta, la luce si spegne. Stavolta, a far scattare l’interruttore, è un rigore corretto e più che fiscale fischiato da un discreto Irrati. Oddio, chiaro che da sabato starò ben attento a certi falli di mano, non vorrei ascoltare poi che sì ma salta con movimento coerente e baggianate simili. Bastoni, autore di una pessima partita dal mio punto di vista, ha il braccio largo perché coerente al movimento che sta effettuando. Sull’episodio del secondo gol poco da dire. Polli e basta. Nulla da aggiungere.
Stasera, quindi, bisogna resettare completamente il cervello. Dimenticare, neanche troppo, i punti gettati al vento, la facilità con cui ci divoriamo spesso e malvolentieri occasioni su occasioni o ultimi passaggi, vedasi Lazio, pensando esclusivamente alla vittoria: anche perché, non stiamo a girarci troppo intorno, se non si vince si possono riporre le valigie negli armadietti e andare in gita di piacere con lo zainetto nelle ultime due trasferte che mancano.
Niente assalto alla baionetta, però. Cuore, cervello e, soprattutto, caaaaaaaaaaaaalma!
Gabriele Borzillo