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Mondiale per Club

Raphinha contro il Mondiale: “Dovrebbero essere in vacanza”

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Raphinha contro il Mondiale

L’attaccante del Barca Raphinha si scaglia senza giri di parole contro il Mondiale per club: “Dovrebbero essere in vacanza”.

L’esterno del Barcellona Raphinha ha rilasciato alcune piccate dichiarazioni riguardo il trattamento riserbato a quei giocatori che sono partiti alla volta degli Stati Uniti per disputare il Mondiale per Club. La sua critica principale riguarda il fatto di non aver sostanzialmente concesso ferie ai calciatori che nel giro di poco tempo sono passati prima dal club alla Nazionale e poi di nuovo al proprio club per disputare la competizione FIFA.
Di seguito riportiamo le sue parole da footmercato.net e rilasciate dal giocatore ad un evento a San Paolo.

“Come giocatore di un club europeo, mi dico che dovrebbero tutti essere in vacanza, giusto? È complicato per noi dover rinunciare alle nostre vacanze. Ne abbiamo diritto. Tutti meritano almeno tre settimane o un mese di vacanza. Molti di quelli che sono al Mondiale per Club non ne avranno diritto. Nessuno ha chiesto ai giocatori se erano d’accordo con le date”

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“Io sono in vacanza, e anche gli altri dovrebbero esserlo. I miei connazionali nel Paris Saint Germain per dire hanno vinto la Champions League e hanno avuto a malapena il tempo di festeggiare il loro titolo. Sono venuti a giocare in nazionale e sono partiti subito dopo per disputare questo Mondiale. Non si sono fermati”.

Raphinha contro il Mondiale

Le parole di Raphinha mettono in luce un tema sempre più sentito nel calcio moderno. La gestione dei carichi di lavoro e del tempo libero dei calciatori. L’esterno del Barcellona denuncia con forza la mancanza di rispetto per il diritto al riposo. Sottolineando come i giocatori coinvolti tra club, nazionale e Mondiale per Club non possano fare le vacanze. La sua critica non è soltanto un capriccio da star, ma una riflessione legittima su un calendario sempre più affollato, spesso costruito senza consultare i diretti protagonisti. La richiesta di almeno tre settimane di ferie appare ragionevole, soprattutto dopo una stagione logorante e con impegni ravvicinati. Raphinha richiama anche l’attenzione sull’aspetto umano del calciatore, troppo spesso dimenticato dietro la macchina economica del calcio globale. Il suo messaggio è chiaro: anche i campioni hanno bisogno di pause, e andrebbero coinvolti nelle decisioni che li riguardano.

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