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Umiliati e offesi: da Gigio a Barella

Nessuno si salva, tutti ugualmente colpevoli: niente alibi, solo vergogna!

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Umiliati e offesi

Umiliati e offesi: da capitan Donnarumma all’ultimo arrivato Coppola, gli Azzurri fanno mea culpa per la scoppola in Norvegia!

Nessuno si salva, tutti ugualmente colpevoli: niente alibi, solo vergogna! Impossibile accettare e scusare una prestazione del genere, il Mondiale è già un miraggio…

La Caporetto in terra scandinava fotografa il triste momento del nostro calcio: vivai inariditi, talenti che non sbocciano, mediocrità e imbarazzo!

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Del resto, se la 10 azzurra oggi sta sulle spalle di Mammolo Raspadori, mentre un tempo la vestivano Baggio, Del Piero e Totti…

Il coro degli umiliati

Capitan Donnarumma non cerca scuse:

”Non ho spiegazioni al momento. Bisogna solo andare dentro e rendersi conto della prestazione di stasera, i nostri tifosi non meritano questo – ha dichiarato il portiere azzurro -. Da queste partite dobbiamo uscire tutti insieme, serve un esame di coscienza.

Come uscirne? Da noi, deve scattare da noi innanzitutto. Siamo l’Italia e non sono accettabili queste partite – ha aggiunto -. Ognuno deve fare mea culpa e dopo se ne esce tutti insieme. Dobbiamo stare più uniti di prima”.

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Al coro degli umiliati si unisce anche Barella:

”E’ una sconfitta che fa male – ha spiegato il centrocampista azzurro -. Era una gara molto importante, però c’è ancora tempo e ci sono ancora tante partite da giocare in questo girone di qualificazione. 

Noi ci impegneremo al massimo per arrivare alla fine. Non mi aspettavo una gara così, ma abbiamo dato troppo spazio alle loro ripartenze e sono stati letali – ha aggiunto -.

Nella ripresa abbiamo cercato di giocare, ma con gli spazi chiusi era difficile. Ora analizzeremo il match per cercare di migliorare.

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Mondiale più lontano? E’ un dispiacere non averli mai giocati, ma può succedere ancora di tutto e non bisogna essere negativi.

C’è da migliorare perché questo non è il nostro reale valore – ha concluso Barella -. Non c’è preoccupazione, ma c’è da riflettere.

Questa gara è simile alla finale di Champions dell’Inter in cui non ha funzionato niente. L’unico modo per rialzarsi ora è il lavoro”.

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