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Interviste

Esclusiva: Rolando Bianchi

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Esclusiva: Rolando Bianchi

Esclusiva: Rolando Bianchi

Esclusiva: Rolando Bianchi. “Torino nel cuore, ma che ricordi anche al City. L’Atalanta? Un modello grazie alla famiglia Percassi”

Introduzione

Davide Sacchetti ha intervistato in esclusiva (Clicca QUI per altre interviste) per Calcissimo.com l’ex attaccante Rolando Bianchi. Cresciuto nel vivaio dell’Atalanta, ha giocato per club come Reggina, Manchester City, Lazio, Bologna e soprattutto Torino, diventando un simbolo granata tra il 2008 e il 2013. Nella sua carriera ha segnato oltre 100 gol tra Serie A e B, lasciando il segno ovunque sia passato.

Esclusiva: Rolando Bianchi

L’Atalanta, la mia seconda casa

Cosa ti ricordi della tua esperienza all’Atalanta? Ti aspettavi una crescita così importante della squadra?
“All’Atalanta devo tutto. Se sono arrivato a certi livelli nel calcio è grazie alle persone che ho incontrato nel settore giovanile della squadra bergamasca. A gente come Bonacorso e Finardi devo moltissimo: sono state figure fondamentali per la mia crescita. In prima squadra ho trovato un allenatore che mi ha permesso di esordire, Vavassori.
La crescita della società? È migliorata tantissimo grazie alla stabilità portata dalla famiglia Percassi, che ha dato tranquillità e continuità. La vera fortuna dell’Atalanta è stata avere, nel tempo, famiglie come i Ruggeri prima e i Percassi poi, che prima di essere imprenditori sono tifosi della Dea. Questo ha fatto la differenza.”

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Manchester City: un’esperienza breve ma intensa

Che ricordi hai della tua esperienza al Manchester City?
“Ho dei ricordi bellissimi. È stato un periodo molto importante della mia vita perché mi ha permesso di confrontarmi con un ambiente completamente diverso.
Già nel 2008 si percepiva che il club sarebbe diventato una potenza: l’organizzazione era straordinaria. Ho lavorato in una realtà che stava crescendo, con un allenatore che era un vero manager – un po’ la mia ispirazione.
È stata un’esperienza breve ma intensa, perché poi ho scelto di tornare in Italia per la nazionale, ma mi è rimasta nel cuore.”

Lazio: pochi mesi, grandi emozioni

Com’è stata la tua esperienza alla Lazio?
“Roma è una piazza unica. L’altro giorno ero allo stadio a commentare il derby e si percepiva tutto il calore del pubblico, la passione per il calcio.
È stata un’esperienza che mi ha formato tanto: ho avuto la fortuna di lavorare con persone competenti che mi hanno aiutato. In quei 5 mesi in prestito abbiamo fatto molto bene, abbiamo anche vinto il derby: un ricordo bellissimo.”

Esclusiva: Rolando Bianchi

Il Toro, un amore che non si spegne

Che ricordi hai del Torino? Hai qualche rimpianto per non aver raggiunto obiettivi più importanti in maglia granata?
“Il Toro mi ha lasciato tanto. Sono legatissimo ai tifosi e alla piazza: quando indossi quella maglia percepisci una storia unica, da Superga all’affetto della gente.
Il mio percorso è stato importante: ho giocato cinque anni e mi sarebbe piaciuto finire la carriera lì. Mi sarebbe piaciuto raggiungere qualche piazzamento europeo o giocarmi fino in fondo una Coppa Italia.
Portare un trofeo a Torino sarebbe stato un sogno. Quello che ho ottenuto, però, è l’amore dei tifosi: mi resterà sempre nel cuore. Sono visceralmente legato a quella maglia, che riflette anche il mio carattere, passionale e combattivo.”

I compagni d’attacco più affini

Chi è stato il partner d’attacco con cui ti sei trovato meglio?
“Ne ho avuti tanti: Amoruso, Antenucci, Sgrigna, Mpenza al Manchester City… Io ero uno che si adattava molto alle situazioni, quindi non ce n’è uno in particolare.
Tutti mi hanno dato qualcosa e con tutti mi sono trovato bene.”

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Le occasioni mancate con i top club

Nel corso della tua carriera hai mai ricevuto un’offerta importante da un top club?
“Sì, quando ero in scadenza al Torino mi cercò il Milan. Sarei andato volentieri, non avrei avuto problemi a mettermi in gioco: in certi club, alcune esperienze valgono anche solo per la crescita personale. I galloni poi te li conquisti sul campo.
Quando ero alla Reggina ci fu anche un interessamento della Juventus, ma poi Trezeguet rinnovò il contratto. Con il Milan ci siamo andati vicini, ma alla fine decisero di non prendere nessuno a parametro zero, così sono andato al Bologna.”

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