Amarcord
Speciale – tanti auguri “Cigno”: i 9 momenti top di Marco van Basten
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4 anni agoon
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Redazione31 ottobre 1964. Nasce Marco van Basten, uno dei più grandi centravanti di tutti i tempi. Ecco la sua indimenticabile, ma fin troppo breve, avventura calcistica riassunta in 9 tappe. 9 come il suo numero di maglia, emblema di un’epopea tanto gloriosa quanto sfortunata.
BABY-BOOM
E partiamo dal giorno in cui tutto ebbe inizio. 3 aprile 1982. In una gara di campionato che vede l’Ajax affrontare in casa il NEC Nijmegen, Marco van Basten debutta ufficialmente in prima squadra sostituendo l’anziano maestro Johan Cruijff. È un trionfo. I Lancieri vincono 5-0 e il giovane centravanti realizza il primo gol in carriera con un sontuoso colpo di testa. Meglio di così…
IN VOLO SU ATENE
È già un campione affermato, il Cigno di Utrecht, quando, il 13 maggio 1987, guida l’Ajax al primo successo internazionale dopo i grandi fasti degli anni ’70. Ed è proprio un suo colpo di testa, inconfondibile marchio di fabbrica, a decidere la finale di Coppa delle Coppe contro il Lokomotive Lipsia ad Atene. È in pratica il regalo d’addio ai Lancieri di Amsterdam. Il domani, per lui, si chiama Milan.
LA FESTA TRICOLORE
Non fila tutto liscio, nel suo primo anno in rossonero. Alcune difficoltà di ambientamento e, soprattutto, un serio infortunio alla caviglia destra, lo tengono fuori dai giochi per buona parte della stagione. Rientrato in primavera, van Basten esplode definitivamente il 1° maggio 1988, quando, al San Paolo, liquida il Napoli di Diego Maradona con una prestazione formidabile, assicurando al Milan il primo Scudetto dell’era-Berlusconi.
MARCO DI TRIONFO
L’apice della carriera lo vive però pochi mesi dopo con la sua Nazionale, all’Europeo del 1988. L’Olanda, nonostante in passato avesse spesso insegnato calcio di qualità ad intere generazioni, non era però ancora riuscita a conquistare un titolo importante. Ma con un Marco van Basten al top della vena creativa, nulla è impossibile. Se ne accorge l’Unione Sovietica in quell’epica finale del 25 giugno 1988. Prima Ruud Gullit con un perentorio colpo di testa, poi il diagonale al volo di destro da posizione impossibile del Cigno di Utrecht, regalano alla Nazionale olandese il trionfo più grande della sua storia.
ANNIENTATO IL MITO REAL
Ma van Basten vuole di più. Ora c’è il Milan da trascinare sulla vetta d’Europa, ma prima bisogna sbarazzarsi di un avversario da paura, il Real Madrid. In quelle due semifinali della Coppa dei Campioni 1988/89, i rossoneri impartiscono ai Blancos una delle più cocenti delusioni della loro storia “copera”. Prima li obbligano all’1-1 al Bernabéu, con van Basten autore del gol del pareggio con uno spettacolare tuffo di testa in avvitamento, poi li schiantano nel ritorno di San Siro con un 5-0 che non ammette repliche. Ancora sugli scudi il Cigno di Utrecht, con la fucilata mancina a sigillare al meglio un assist di Ruud Gullit. Ora, tra il Milan e la Coppa, c’è solo la Steaua.
BARCELLONA ROSSONERA
In una Barcellona tutta tinta di rossonero, con quasi 90mila tifosi milanisti ad invadere festosamente il Nou Camp, la Steaua Bucarest appare da subito la vittima sacrificale al cospetto della fame di gloria del vecchio Diavolo tornato finalmente in Paradiso. Ruud Gullit e Marco van Basten, ancora loro, con una doppietta a testa, annichiliscono la debole resistenza rumena e consegnano al club meneghino la terza Coppa dei Campioni. Forse, la più spettacolare di tutte.
IL SAMURAI DEL GOL
Una delle più grandi performance offerte da Marco van Basten in rossonero è, a detta di molti, la Coppa Intercontinentale 1990. A Tokyo, il Milan vuole chiudere nel migliore dei modi un anno da sogno, dopo i trionfi in Coppa dei Campioni e Supercoppa Europea. Nemmeno i paraguayani dell’Olimpia Asunción costituiscono un ostacolo all’altezza per i rossoneri, che, forti della classe e dell’esperienza di una squadra abituata da anni a primeggiare, ottengono un 3-0 che forse non esprime del tutto il reale abisso tecnico tra le due compagini. Non segna, Marco, ma mette il suo zampino in tutte e 3 le reti milaniste. Una prestazione da vedere e rivedere. Un’autentica lezione di calcio.
POKER SERVITO
L’8 novembre 1992, al San Paolo, va in scena l’ennesima grande recita del fenomeno olandese. Contro un Napoli ormai orfano di Diego Maradona e solo lontano parente dello squadrone che, fino a non molto tempo prima, aveva spesso dato vita con i rossoneri a memorabili duelli dal profumo tricolore, Marco van Basten trova la via della rete per ben 4 volte nell’1-5 finale. Unico dispiacere, l’aver rifilato il poker a Giovanni Galli, ex compagno di glorie e baldorie ai tempi del Milan sacchiano e uno dei più cari amici di Supermarco. Ma si sa, quando c’è una palla da buttare in rete, l’airone olandese non guarda in faccia a nessuno.
IL CANTO DEL CIGNO
Avrebbe dovuto essere una serata di festa. Col senno di poi, si è invece trasformata in una notte piena di malinconia. Il 25 novembre 1992, il Milan ospita gli svedesi dell’IFK Göteborg in una gara della “neonata” UEFA Champions League. I tempi cambiano, cambiano le denominazioni, ma la sostanza rimane quella: con Marco van Basten al centro dell’attacco, nessuna impresa è impossibile. L’asso olandese realizza infatti tutti e 4 i gol del trionfo. Memorabile, la sua rovesciata dal limite dell’area per il provvisorio 3-0. Saranno quelle le sue ultime reti in campo internazionale. La caviglia destra lo obbligherà pochi giorni dopo ad un delicato intervento chirurgico e ad un lungo stop. Non si riprenderà mai completamente. Il 26 maggio 1993, nella finale di Champions contro il Marsiglia, giocherà la sua ultima partita. Ad appena 28 anni.
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