Amarcord
Luciano Re Cecconi, quello scherzo finito in tragedia
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6 anni agoon
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RedazioneLo chiamavano ‘L’angelo biondo’ ed è stato tra i protagonista assoluti dello storico trionfo della Lazio di Maestrelli nel 1974. Poi la morte lo strappò alla vita con una brutalità e una violenza davvero difficili da credere. Luciano Re Cecconi morì infatti ‘per gioco’ la sera del 18 gennaio 1977, ad appena 28 anni.
Il giocatore brianzolo quella sera si trovava infatti a Roma in compagnia degli amici Pietro Ghedin (suo compagno di squadra nella Lazio) e Giorgio Fraticcioli, profumiere della Capitale. I tre, entrando in una gioielleria romana dove Fraticcioli avrebbe dovuto ritirare dei preziosi, decisero di organizzare un tragico scherzo che poi risultò al fatale al biondo centrocampista: Re Cecconi finse infatti di minacciare una rapina con l’intento di spaventare il titolare della gioielleria.
Questi però, non essendo appassionato di calcio, non riconobbe i due atleti (all’epoca popolarissimi nella Capitale) e, spaventato dalle recenti rapine subite, puntò una pistola contro i calciatori aprendo il fuoco su Re Cecconi, che fu colpito in pieno petto.
A nulla valse la corsa in ospedale e il giocatore laziale morì alle 20.04 di quella stessa sera. Il gioielliere fu prima arrestato e accusato di “eccesso colposo di legittima difesa” ma poi, processato solo 18 giorni dopo, venne assolto per “aver sparato per legittima difesa putativa”.
Luciano Re Cecconi moriva così ad appena 28 anni lasciando la moglie Cesarina e i figli Francesca (di pochi mesi) e Stefano (due anni).
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