Amarcord
La Metamorfosi di Jonathan e la rivincita di Branca…
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12 anni agoon
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Redazione
Da Ovidio a Kafka, un calciatore come Jonathan avrebbe dato più di uno spunto di riflessione agli scrittori che, sul tema della Metamorfosi, hanno costruito la propria fama letteraria. Qui parliamo di calcio, è vero, ma la trasformazione che l’arrivo di Walter Mazzarri ha significato per il terzino brasiliano è senz’altro radicale quanto quella subito dal signor Gregor Samsa nel celebre romanzo del grande scrittore praghese…
Sì, perchè l’adesso osannato Jonathan è stato, per almeno un anno e mezzo, uno dei più grandi incubi dei tifosi nerazzurri e, in misura minore, dei supporters del Parma, che ancora non hanno capito il significato intrinseco dell’operazione che ha portato il brasiliano (sbandierato come ‘erede di Maicon’ dal direttore sportivo Leonardi) all’ombra del Battistero ormai un anno fa…
Si dice che qualcuno, all’Inter, guardando le prestazioni in campo di Jonathan sia arrivato addirittura a rimpiangere gli ‘irrimpiangibili’ (passatemi il termine) Pierre Wome e Jeremie Brechet, per non parlare di Maicon, del quale il brasiliano avrebbe dovuto essere l’erede…
Poi però, d’improvviso, ecci la Metamorfosi. Vuoi per il cambiamento di modulo (con il 3-5-2 di Mazzarri, Jonny ha potuto dedicarsi maggiormente alla sua specialità, la fase offensiva), vuoi per la fiducia riposta in lui dal tecnico livornese, il terzino brasiliano ha finalmente ritrovato se stesso, ripercorrendo i fasti di una carriera di tutto rispetto iniziata al Cruzeiro e culminata al Santos (con la vittoria da protagonista della Libertadores) prima dell’approdo in nerazzurro.
E allora ecco già due gol (uno contro la Fiorentina in Campionato e uno in Coppa Italia contro il Cittadella) che hanno ridato slancio al ragazzo, che in una manciata di partite ha già gonfiato la rete più volte che nei due anni precedenti in Italia (aveva esultato una volta sola, con la maglia del Parma), trasformando le critiche e i mugugni in applausi scroscianti. Perchè San Siro è anche questo, uno stadio che ha visto sfilare campioni di ogni tipo, viziato da partite memorabili e giocate sopraffine, ma capace allo stesso tempo di fare autocritica, premiando l’impegno e l’amore per la maglia.
E allora Jonny ha riacceso la magia, guadagnandosi uno spazio mai avuto finora con la maglia dell’Inter: già 6 le presenze stagionali in altrettanti impegni, un’enormità rispetto alle dodoci raggranellate in un anno e mezzo in nerazzurro con Gasperini, Ranieri e Stramaccioni. Qualcosa è cambiato nella testa dell’uomo, prima ancora che nell’atleta e, spazzate vie le ansie e i malumori dell’impatto con il calcio italiano, l’ex Santos ha ripreso a macinare chilometri e assist, per la gioia di chi, tanto criticato dai tifosi, aveva creduto in lui.
E non parliamo di fedeli, bensì di quel Marco Branca che, ad ogni campagna acquisti, viene criticato dai tifosi nerazzurri, quasi a prescindere. Ora lo possiamo dire: anche su Jonathan, malgrado tutto, ci aveva visto giusto, portandosi a casa uno che in Brasile chiamavano ‘il Divino‘. Beh, non esageriamo. Accontentiamoci che faccia cose umane, come giocare a calcio e fare gol…
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