Amarcord
Juventus, Agnelli “Moggi è la nostra storia. Lui ha pagato, altri come lui si sono intascati lo scudetto”
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10 anni agoon
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RedazioneOspite di Studio in Triennale a Milano, Andrea Agnelli parla del “futuro del calcio nel paese del calcio”. Il presidente della Juventus dialoga con Simon Kuper del Financial Times: “La Premier è un modello straordinario. La Liga un’anomalia. L’Italia è in difficoltà, ma ci sono opportunità. Oggi la Serie A non è una destinazione finale, ma una lega di transito. Mi piacerebbe che in futuro le italiane performassero meglio in Europa League”.
Una battuta poi su Alessandro Del Piero: “Non so se tornerà. Può essere una faccia importante per il calcio italiano, non solo per la Juventus. Con lui ci sentiamo. Quando tornerà parleremo del suo ruolo nel dopo calcio che è delicato”.
Il presidente bianconero si concentra anche sul mercato: “Lo scorso anno si diceva che sarebbero andati via sia Vidal sia Pogba e invece sono qui da noi. La volontà nostra è quella di costruire una squadra nella quale Pogba e Vidal siano importanti. Due anni fa nessuno conosceva Pogba e adesso abbiamo preso Coman che sta facendo bene”.
Poi su calciopoli va dritto al punto: “In una cerchia di 20 società c’era un modo di comportarsi che è emerso dagli atti. Lo juventino non può essere l’unico a pagare se tutti si sono comportati allo stesso modo. Se sono stato l’unico a sbagliare è giusto pagare deve pensare lo juventino. Ma chi si è comportato allo stesso modo, non può uscire con uno scudetto in tasca. Non ci si può dimenticare di questo. A Napoli ci sono due procedimenti penali che stanno arrivando alla fine e le carte dei tribunali danno l’idea di quello che si può fare. Poi ci saranno la Cassazione eccetera eccetera. A quel punto potremo prendere una prima decisione definitiva su cosa fare in base all’iter processuale. Non ha senso parlare di prescrizione se emergono fatti nuovi. In quella stanza ci sono 20 società, non 7 miliardi. Luciano Moggi? Rappresenta una parte bella e importante della nostra storia. Siamo il paese del cattolicesimo e possiamo anche perdonare la gente”.