Amarcord
Il genio di Joeuf
Il genio di Jeouf, Michel Platini, un artista del pallone a tutto tondo, un Leonardo Da Vinci prestato al calcio.

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1 mese agoon

Il genio di Joeuf, Michel Platini, un artista del pallone a tutto tondo, un Leonardo Da Vinci prestato al calcio.
Era capace di tutto, di vedere corridoi invisibili per chiunque altro, di pennellare opere di rara e abbagliante bellezza, degne del Louvre e non soltanto.
Genio e sregolatezza
Genio e sregolatezza, questo era Michel Platini: in campo dispensava magie degne di Harry Potter, fuori fumava di nascosto con l’amico Stefano Tacconi.
Ma a lui tutto era consentito, chi può permettersi di muovere critiche a un re? Perché questo era Michel, Le Roi!
Mago delle punizioni, alle sue traiettorie affilate come la katana di un antico samurai non c’erano antidoti.
Quasi impossibile opporsi per i portieri avversari, che la maggior parte delle volte restavano immobili e poi raccoglievano il pallone in fondo al sacco.
Il 10 per antonomasia
Il 10 per antonomasia, il genio che inventa cose che agli altri neppure lontanamente passerebbero per la testa.
Dopo di lui, tutti i giovani juventini sognano di vestire quella maglia, la maglia del Re.
Bello da vedere, ma anche efficace: ogni sua giocata non era mai fine a sé stessa. Un colpo di tacco, un tunnel, un sombrero non erano per lui numeri da circo, ma step necessari verso il gol, suo o dei compagni.
Il genio è questione di istinto
Il genio è questione di istinto, non è qualcosa che si possa imparare. Genio ci nasci, non ci diventi. Michel c’era nato, la foglia morta nel sette, un filtrante vincente non li pensava, li sentiva.
Niente c’era che Platini non potesse fare, per lui tutto era possibile. Perché sapeva rendere possibile anche l’impossibile.
Impossibile era non innamorarsi di lui, del suo calcio, del suo carattere. Un carattere ironico, a volte dissacrante, ma mai aggressivo.
L’Avvocato Agnelli stravedeva per lui, lo comprò per un tozzo di pane su cui Le Roi mise sopra il caviale.
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