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Interviste

Esclusiva: Franco Tancredi

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Esclusiva: Franco Tancredi

Esclusiva: Franco Tancredi. “Buffon il più grande di sempre. A Madrid senti il calcio nelle vene. Spalletti? La Juve può tornare a vincere.”

Davide Sacchetti ha intervistato in esclusiva (Clicca QUI per altre interviste) per Calcissimo.com Franco Tancredi, storico portiere della Roma, preparatore dei portieri di club e nazionale, ex membro dello staff tecnico di Juventus, Real Madrid e Inghilterra. Un protagonista silenzioso ma centrale del calcio italiano degli ultimi decenni.

Esclusiva: Franco Tancredi

Esclusiva: Franco Tancredi

Come sta vedendo la Roma e se per lei manca qualche giocatore di personalità?
“Gasperini sta facendo un grandissimo lavoro. Purtroppo numericamente mancano dei giocatori: per me manca un centravanti di grande qualità. Per il gioco, la squadra sta facendo bene.”

Cosa ne pensa di Spalletti alla Juventus?
“Luciano è un allenatore di grande livello e carisma. Era un peccato che rimanesse fuori dal nostro campionato. Io sono convinto che con Spalletti la Juventus possa dire la sua per il campionato.”

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Cosa significa a Roma vincere uno scudetto?
“A Roma si può vincere come da altre parti. Noi abbiamo vinto uno scudetto ma ne potevamo vincere altri. C’è stata la possibilità e l’abbiamo sfruttata. Siamo stati sfortunati nella Coppa dei Campioni per chiudere un cerchio importante, ma anche esserci arrivati è motivo di orgoglio.”

Alla Juventus vi è rimasto l’amaro in bocca per non essere arrivati più avanti in Champions League quando era preparatore dei portieri?
“Sì, c’era una grandissima qualità: avevamo 18/20 giocatori dello stesso livello. Abbiamo incontrato prima il Liverpool di Benitez… sono stati due anni di grande calcio.”

Com’era vedere dal vivo allenare Buffon?
“Io reputo Buffon il miglior portiere del mondo di tutti i tempi, e ne ho visti tanti. In quei due anni mi ha dato una grossa mano: i più bravi non creano problemi, quelli meno bravi sì.”

Il Torino di Cairo

Cosa pensa della situazione tra Cairo e i tifosi del Torino?
“L’ultimo anno della mia carriera l’ho giocato a Torino, quindi capisco l’affetto della piazza. I tifosi vorrebbero vedere miglioramenti anno per anno, ma purtroppo non avviene. Cairo fa quello che può permettersi: i soldi sono pochi per tutti.”

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Gli scudetti revocati alla Juventus lei come li sente?
“Io ho fatto il mio lavoro. Poi è arrivata una sentenza, e quella va rispettata, anche se noi andavamo in campo per vincere.”

Com’è stata la sua esperienza al Real Madrid e cosa si respira lì dentro?
“A Madrid senti il calcio nelle vene, ti scorre dentro. Sono sempre i migliori al mondo. Ho avuto la possibilità di allenare Casillas, un grande portiere. Sono rimasto in ottimi rapporti. È stata un’annata bellissima.”

Cos’è davvero il derby di Roma?
“Il derby è una partita a sé. Il pathos lo senti 20-25 giorni prima. I giocatori nati a Roma lo sentono più di chiunque altro. Il popolo giallorosso è spettacolare, generosissimo.”

In quei quattro anni nella nazionale inglese avevate già capito che il calcio lì sarebbe diventato il più importante?
“Sì, c’era una crescita importante. Avevamo giocatori di altissimo livello: Gerrard, Rooney… Ai Mondiali non ci è andata bene: siamo usciti ai quarti con la Germania. Avevamo fatto il gol del 2-2 e ancora oggi non capisco perché lo annullarono: la palla era nettamente entrata.”

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