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Tudor: parole fuori luogo

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Nicola invoca prudenza

Tudor, parole fuori luogo: il tecnico della Juventus sminuisce la Cremonese, ma i numeri e il campo raccontano tutt’altra storia.

“Io non mi presto a questi giochini. È tutto da dimostrare: è più probabile che chi lotta per lo scudetto vinca contro chi si gioca la salvezza, ma mai dire mai. È il bello del calcio.” (Davide Nicola)

Tudor: parole fuori luogo

C’è un confine sottile tra la frustrazione e l’arroganza, e Igor Tudor lo ha oltrepassato. Nel tentativo di difendere il proprio operato, l’allenatore della Juventus ha finito per cadere in una trappola comunicativa: sminuire, anche involontariamente, il valore della Cremonese. “Con un sorteggio normale con la Cremonese invece che il Milan saremmo stati primi”, ha detto. Ma è una frase che lascia più di un’ombra, soprattutto per chi guarda i fatti e non le ipotesi.

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Perché la realtà è un’altra: la Cremonese, alla prima giornata di campionato, ha battuto proprio il Milan, la stessa squadra che Tudor indica come l’ostacolo che avrebbe frenato la sua Juve. E non solo: quella di Davide Nicola è una formazione organizzata, solida, che gioca con coraggio e rispetto per chiunque. Parlare di “sorteggio normale” significa ridurre il valore di una squadra che, sul campo, ha già dimostrato di poter sorprendere chiunque.

Anche perché, dati alla mano, la Juventus non vince da oltre un mese: l’ultimo successo risale al 13 settembre, contro l’Inter. Da allora, cinque pareggi e due sconfitte. Altro che sfortuna o incroci sfavorevoli: il problema è ben più profondo e riguarda rendimento, mentalità e continuità. In questo momento, la Juve fatica a trovare ritmo e fiducia, e appellarsi al calendario non può essere una giustificazione credibile.

La risposta di Nicola

Davide Nicola, dal canto suo, ha risposto con eleganza e intelligenza, senza cadere nella polemica sterile: “Io non mi presto a questi giochini. È tutto da dimostrare: è più probabile che chi lotta per lo scudetto vinca contro chi si gioca la salvezza, ma mai dire mai. È il bello del calcio.”

E proprio nel suo “mai dire mai” c’è la differenza tra chi parla e chi lavora. Perché la Cremonese, a differenza della Juventus, non vive di parole, ma di fatti. E i fatti, oggi, raccontano che Tudor dovrebbe preoccuparsi meno dei sorteggi e un po’ di più del campo.

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