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Serie A

De Siervo sul calcio italiano: “Champions danneggia i campionati”

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De Siervo sul calcio italiano

L’amministratore delegato De Siervo sul calcio italiano in difficoltà si scaglia contro la nuova Champions League che, dal canto suo, rende meno interessante la Serie A.

Luigi De Siervo, amministratore delegato della Serie A, ha lanciato un forte allarme durante il Social Football Summit all’Allianz Stadium di Torino. Soffermandosi sul momento critico che sta attraversando l’intero sistema calcistico europeo. Il dirigente ha ricordato come anche il campionato più ricco al mondo stia vivendo difficoltà:

“Nell’ultimo bando il campionato inglese ha dovuto mettere sul mercato il 35% delle gare in più, mentre il costo di ciascuna partita è diminuito del 21%. La crisi non riguarda tutta la Serie A, ma tutti i campionati”.

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Nel mirino dell’ad anche il modello di solidarietà promosso dall’Uefa, che secondo lui non rispecchia realmente l’equilibrio auspicato:

“La solidarietà dell’Uefa è un falso mito. Infatti, hanno aumentato la cifra con l’ultimo modello ma questi 308 milioni sono cresciuti meno in proporzione rispetto ai 2,4 miliardi che distribuiscono a 36 squadre” impegnate in Champions League.

Un sistema sbilanciato, che sta ampliando la differenza tra grandi club e realtà minori:

“La forbice tra i club si sta aprendo, il modello Champions in prospettiva rende il nostro campionato all’estero meno interessante”

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De Siervo ha evidenzianto come il calcio europeo stia cambiando in modo irreversibile. Le leghe, secondo lui, hanno il dovere di opporsi:

“Questi trend non sono bloccabili, quello che possono fare le leghe è cercare di sensibilizzare Fifa e Uefa per bloccare questo fenomeno, altrimenti rischiamo di distruggere il tessuto di queste squadre”.

Il dirigente teme anche future pressioni per una drastica riforma dei campionati:

“Sennò la conseguenza è che proveranno a dimostrarci che per sopravvivere dovremmo ridurre il numero delle squadre nei campionati da 20 a 18, poi da 18 a 16, e infine ad avere un tabellone di qualificazione per entrare nelle coppe europee”.

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La sua conclusione è una chiamata alla responsabilità collettiva:

“Noi dobbiamo cercare di proteggere il prodotto e dobbiamo farlo tutti i giorni. È un tema di risorse, not di management, se non riusciamo a garantire risorse con continuità non saremmo in grado di programmare il nostro futuro”.

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