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Le prime parole di Jashari

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Jashari come De Ketelaere?

Le prime parole di Jashari da calciatore rossonero: dalla decisione di venire al Milan, alla scelta del numero di maglia.

Prime parole da calciatore del Milan per Ardon Jashari, che si è raccontato ai canali ufficiali del club rossonero. Il centrocampista svizzero, protagonista di una lunga telenovela estiva, ha parlato di cosa significhi giocare nel Milan:

“Da quando ho saputo del loro interesse, sono stato orgoglioso del progetto che mi veniva proposto. Quando ho deciso che volevo andare al Milan, non c’è stata via di ritorno: è un sogno da bambino, me l’hanno ricordato tanti componenti della mia famiglia e tanti amici. Ora è realtà”.

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C’è un giocatore del Milan che è stato un tuo modello?


“Facile: Roberto Baggio e Andrea Pirlo. Mi piaceva molto come giocavano, era tecnici e forti, creativi nell’ultimo passaggio. È quello che cerco di fare”.

Cosa significherà giocare con Luka Modric?

“È fantastico. Inizia il mio percorso, al fianco di un giocatore così incredibile, che ha vinto così tanto. Mi può solo aiutare, voglio imparare tutto da lui e ascoltare tutti i suoi insegnamenti, dentro e fuori dal campo”.

La scelta del numero 30 è legata solo alla tua data di nascita?

“Ho iniziato con questo numero in Svizzera, l’ho scelta perché ho sempre amato Messi, che ha iniziato con questo numero. Mi ha aiutato molto, sia in Svizzera che in Belgio, spero di farne un numero storico”.

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Le prime parole di Jashari

Le prime dichiarazioni di Ardon Jashari trasmettono entusiasmo genuino e un forte senso di gratitudine per l’opportunità di vestire la maglia del Milan. Colpisce come il suo arrivo non sia stato vissuto solo come un trasferimento di carriera, ma come la realizzazione di un sogno d’infanzia, alimentato da ricordi familiari e legami affettivi. L’ammirazione per campioni come Baggio e Pirlo rivela un’idea di calcio fatta di tecnica, visione e creatività, qualità che Jashari sembra voler incarnare nel suo gioco.

L’aspetto forse più interessante è il suo entusiasmo nel poter condividere il campo con Luka Modric: un riconoscimento umile dell’importanza di imparare da chi ha vinto tutto e sa trasmettere esperienza. Anche la scelta del numero 30, legata a Messi, mostra un legame emotivo e simbolico con il calcio che lo ha ispirato. Parole da giocatore motivato, pronto a crescere e a entrare nella storia rossonera.

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