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Paul Pogba e le accuse alla Juventus
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5 mesi agoon

Paul Pogba è pronto per firmare con il Monaco. Il francese, però, torna sull’ultimo periodo alla Juventus e muove alcune accuse.
Paul Pogba è pronto a tornare sul terreno di gioco. Il francese, infatti, ha raggiunto un accordo di massima con il Monaco.
L’ex centrocampista bianconero, intanto, ha rilasciato una lunga intervista a ‘TF1’: muovendo accuse nei confronti del club piemontese.
Il calciatore transalpino, infatti, spiega di non aver avuto l’aiuto sperato dalla Vecchia Signora dopo la squalifica ricevuta per doping.
Di seguito, le parole rilasciate da Paul Pogba.
PAUL POGBA E LE ACCUSE ALLA JUVENTUS

Pogba inizia l’intervista accusando il club bianconero:
“Ho dovuto lasciare l’Italia anche perché i miei figli andavano a scuola proprio vicino al centro di allenamento. Ogni giorno passavo con loro e mi chiedevano quando sarei tornato a giocare: non ce la facevo più, era troppo difficile. All’epoca chiesi aiuto, ad esempio un fisioterapista o un preparatore atletico, perché facevo ancora parte della Juventus. Ma non ho ricevuto nemmeno quello. Non erano davvero con me. E sentire questo è stato un duro colpo per me. Non capivo, non ero in guerra con loro”.
LE MINACCE SUBITE
Pogba torna sulle minacce subite:
“È stato triste, erano persone che mi stavano a cuore: li consideravo tutti fratelli. Nel quartiere ci frequentiamo tutti insieme ed insieme siamo cresciuti: non si può immaginare una cosa del genere. Il mio silenzio era per proteggere tutti. Mia moglie si è accorta che ero più distante, che c’era qualcosa sotto, ma ho cercato di tenerlo per me, sperando di risolvere il problema il prima possibile, di passare ad altro.
Alla fine ho parlato di un investimento con il mio banchiere e il mio avvocato, per pagare quello che mi veniva chiesto. Poi sono crollato. Durante il periodo di digiuno del Ramadan, ho chiesto aiuto all’unica persona che poteva aiutarmi: Allah. Ho pregato e qualcosa è scattato. Ho deciso di parlare. Mi sono detto che, anche se fossi dovuto morire, questo denaro sarebbe dovuto andare ai miei figli, alla mia famiglia. Non li avrei buttati via.
Se mi sono visto morire? Quando ti rapinano, quando ti puntano una pistola in faccia, non hai il tempo di pensare, dici di sì a tutto”.
PAUL POGBA ED IL RAPPORTO CON IL FRATELLO
Il centrocampista francese parla anche del possibile perdono al fratello:
“Siamo in contatto, abbiamo parlato tra di noi e con la famiglia: il sangue è sempre sangue. C’è una cicatrice, questo è certo, ma stiamo andando avanti. Solo il tempo potrà dare risposte in seguito. Al momento, tutto ciò che vogliamo è che la famiglia resti unita: questa è la cosa più importante. È difficile, non voglio mentire: sono stato ferito e sono un essere umano. Non è più come una volta, ma siamo in contatto. La preoccupazione principale è per la mamma, che “non ha più 20 anni”, e perché “molte persone possono morire per lo stress”.
IL MONACO
Pogba si esprime sul Monaco, squadra con la quale tornerà a giocare:
“Nonostante l’età, sono ancora come un ragazzino. Mi piace ancora giocare con la palla e dribblare. Sono tornato il ragazzo che ero a Roissy-en-Brie, che vuole iniziare la sua carriera. Ci penso, mi chiedo come andrà a finire, come un giovane che entra per la prima volta in un centro di allenamento. Tutto dipenderà da me. A patto, però, che trovi una nuova squadra, cosa che non è ancora avvenuta. Monaco? Stiamo parlando sì”.
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