Juventus
Mattia Perin: “C’è meno dialogo a siamo meno empatici”
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3 settimane agoon

Mattia Perin, portiere della Juventus, al ‘Social Football Summit’ parla dei cambiamenti avvenuti all’interno dello spogliatoio.
In questi giorni, durante il ‘Social Football Summit’ in corso a Torino, è intervenuto Mattia Perin. Il portiere bianconero, proprio in questa occasione, ha affrontato il tema della mente e quanto esso sia importante anche all’interno del contesto calcistico.
L’estremo difensore della Juventus ha sottolineato come, negli ultimi anni, le cose all’interno di uno spogliatoio sia cambiate.
Di seguito, le parole del portiere bianconero.
PERIN E’ L’IMPORTANZA DELLA MENTE

“Ho capito quanto possa essere importante l’aspetto mentale, non solo nello sport ma anche nella vita quotidiana. Ho iniziato con Nicoletta Romanazzi grazie al mio agente Alessandro Lucci. Stavo attraversando un periodo delicato, pensavo di smettere dopo tanti infortuni e non trovavo più la felicità nel giocare a calcio.
Lucci mi disse: ‘Appoggio questa tua scelta, datti una possibilità e fai una chiacchierata con Nicoletta’. Da quel giorno è iniziato un viaggio, un sentiero dove ho imparato a conoscermi, so quello di cui ho bisogno, so come trovare l’equilibrio. Episodi? Ce ne sono tanti. Quello che ci permette di raggiungere gli obiettivi è quanto siamo determinati a lavorare su di noi.
Durante gli infortuni che ho avuto, le volte che credevo di meritare di giocare e non venivo messo in campo, trovare l’equilibrio, accettare la frustrazione e le emozioni che percepiamo come negative. Ho imparato che tutte le emozioni con equilibrio possono portarci qualcosa di buono.
Quello che ho imparato cerco di metterlo a piccole dosi nella vita dei miei figli e mi riempie di orgoglio vedere come funzioni. Ogni volta che commettevo un errore, pur di non pensare, guardavo ore di documentari su qualsiasi cosa: dagli Egizi all’arte. Adesso accetto l’errore e lo analizzo. Lo accetto e cerco la soluzione per risolverlo” .
MATTIA PERIN ED IL DIALOGO ALL’INTERNO DELLO SPOGLIATOIO
Perin, proseguendo, parla di cosa sia cambiato all’interno di uno spogliatoio negli anni:
“Uno dei problemi della società è che siamo meno empatici e dialoghiamo meno: i non detti creano frizioni e di conseguenza gli allontanamenti. Lo stesso vale all’interno di uno spogliatoio: l’ho detto anche ai miei colleghi più giovani. C’è stato un grandissimo passo indietro. Quando ho iniziato giocavo con gente del ’74-’75-’76, ora del 2005, 2006… Insomma: c’è stato un passo indietro dello standing umano. Adesso si fa fatica a trovare il tempo e il momento per dialogare tra noi, per condividere gli stati d’animo. Anche solo, beviamo un caffè insieme. Stiamo perdendo dialogo ed empatia tra di noi”.
I SOCIAL E COSA CONTA DAVVERO
“So quando faccio grandi partite o quando commetto degli errori. Sui social, prima quando giocavo bene postavo una foto e se sbagliavo no. Poi ho capito che ormai i commenti non mi toccavano più. Quello che voglio dire è che questo mi ha dato la libertà, sono libero dai condizionamenti esterni.
Mi trovo spesso con i compagni più giovani che magari sono giù di morale dopo i commenti e le critiche della stampa. Personalmente cerco sempre di fargli capire questa cosa, perché devi fare un percorso. Mi sono meritato questa libertà dopo il percorso che ho fatto e di questo sono molto felice”.
Mattia Perin chiude certificando cosa conti davvero per vincere:
“Può fare la differenza essere affamati, non bisogna perdere la voglia di guardare le cose da diverse prospettive. Dove appassionarvi a più cose possibili e non rimanete fermi: la cosa importante è non rimanere fermi. Se abbiamo la forza di muoverci arriverà il premio: ovvero la classica ciliegina sulla torta”.
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