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Il calcio ha la memoria corta

Il tempo passa, i ricordi si sbiadiscono e ci si scorda in fretta di chi ha scritto la storia…

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Il calcio ha la memoria corta

Il tempo passa, i ricordi si sbiadiscono e ci si scorda in fretta di chi ha scritto la storia: nel calcio, come nella vita, la memoria è spesso corta…

Ecco cinque fuoriclasse finiti nell’oblio, che meritano di essere riscoperti…

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1) Fergus Suter

In un’epoca, l’Ottocento, in cui il football era ancora un passatempo riservato ai ricchi studenti delle scuole più prestigiose e delle

università, si staglia, rivoluzionaria, la figura di Fergus Suter, divenuto celebre come il primo calciatore professionista della storia!

Nato a Glasgow nel 1857, lavorava come scalpellino nel borgo di Patrick e nel 1876 entrò a far parte della squadra locale, restandovi sino al 1878, quando si trasferì in Inghilterra per unirsi al Darwen F.C.

2) Guillermo Stabile

Centravanti implacabile, Guillermo Stabile si laureò capocannoniere della prima edizione dei Mondiali, segnando 8 gol in 4 partite, che tuttavia non bastarono all’Argentina, sconfitta in finale dall’Uruguay.

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3) Ademir

Stella indiscussa del Brasile ai Mondiali del 1950, Ademir si aggiudicò lo scettro dei bomber con 9 gol, ma fu suo malgrado protagonista del Maracanazo:

di fronte al proprio pubblico, i verdeoro vennero sconfitti dall’Uruguay di Ghiggia e Schiaffino, entrando nella storia, anche se dalla parte sbagliata! 

4) Just Fontaine

Detiene ancora oggi il record di marcature in una singola edizione dei Mondiali: 13 gol nel 1958 in Svezia per Juste Fontaine, ma la sua

Francia chiuse al terzo posto dopo essere stata travolta per 5-2 dal Brasile che si sarebbe poi laureato campione!

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5) Victor Legrotaglie 

Meglio di Maradona, Platini e Zico: era Victor Legrotaglie il vero artista del piazzato, capace di scavalcare qualunque barriera, disegnando

traiettorie illeggibili per i portieri avversari ai quali non rimaneva altro che raccogliere il pallone in fondo al sacco…

Per lui si scomodò Santiago Bernabeu in persona, che, innamorato della sua classe immensa, provò in tutti i modi a convincerlo a trasferirsi a Madrid!

El Maestro però decise di rimanere fedele ai colori della squadra della sua città, il Gimnasia y Esgrima di Mendoza, declinando garbatamente la proposta del Real.

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