Serie A
Soulé convocato dall’Italia?
Published
2 mesi agoon
By
Luca Boate
Soulé convocato dall’Italia? Secondo il tecnico dell’Argentina Scaloni non è un opzione che potrà concretizzarsi.
Mentre Rino Gattuso cercava la soluzione giusta per superare Israele e garantirsi l’accesso ai play-off dei Mondiali 2026, l’Italia ha dovuto fare i conti con una doccia gelata proveniente dall’Argentina. Il commissario tecnico Lionel Scaloni ha chiuso la porta a un’eventuale convocazione in azzurro di Matias Soulé. Spiegando come sia tutt’ora interessato a inserirlo nei meccanismi dell’Albiceleste.
Il tecnico sudamericano ha risposo in conferenza stampa alle provocazioni dell’agente dell’attaccante della Roma che si era detto “possibilista” verso un ingresso in azzurro del calciatore. Ma Scaloni ha riportato tutti immediatamente sulla terra:
“Soulé convocato dall’Italia? Non credo sia possibile, è nel nostro mirino da un po’ di tempo – ha sottolineato il CT in conferenza stampa -. Vediamo in lui il futuro della nazionale argentina e presto avrà le sue occasioni. Seguo da tempo le sue prestazioni e so che sta crescendo molto, se continuerà così non ci saranno problemi”.
Soulé convocato dall’Italia?
La presa di posizione di Lionel Scaloni su Matias Soulé chiude, almeno per ora, ogni spiraglio a un futuro in maglia azzurra. Ma apre un dibattito interessante sul rapporto tra identità e opportunità nel calcio moderno. Le parole del commissario tecnico argentino — chiare e decise — dimostrano quanto il talento della Roma sia considerato un investimento strategico per il futuro dell’Albiceleste. Un segnale forte per chi pensava che la porta fosse socchiusa.
Per l’Italia di Gattuso, che sta ricostruendo un gruppo giovane e ambizioso, la perdita potenziale di un profilo come Soulé rappresenta un piccolo colpo, soprattutto perché il giocatore ha mostrato negli ultimi mesi una maturità tattica e tecnica crescente. Tuttavia, la scelta — o meglio, la conferma — di Scaloni va rispettata: Soulé è argentino fino in fondo e vederlo protagonista con la sua nazionale sarebbe coerente con la sua formazione e con il percorso che ha intrapreso.
Resta, però, il tema di fondo: l’Italia deve tornare a produrre e trattenere i propri talenti, non sperare nelle seconde chance di naturalizzati o doppio passaporto. È una questione di visione, non solo di convocazioni.















