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MOU OUT-DE ROSSI IN: scelta giusta, tempismo sbagliato

L’ora dell’allenatore portoghese sulla panchina giallorossa era arrivata da tempo,sebbene sin da subito si sia creato un legame molto forte tra la tifoseria e lo “Special one”…

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Di Andrea Caleca

L’esonero di Josè Mourinho alla Roma desta critiche accese,soprattutto in relazione al tempismo poco opportuno della decisione.Con soli 5 mesi rimanenti al termine naturale del suo contratto e in piena corsa stagionale, molti si chiedono se la mossa sia stata ben ponderata. Nonostante i risultati storicamente deludenti di quest’anno e una gestione precedentemente traballante nel suo primo biennio, l’esonero poteva essere certamente anticipato in passato, sin dopo Budapest, per non arrivare a questa decisione tanto radicale quanto improvvisa.
L’ora dell’allenatore portoghese sulla panchina giallorossa era arrivata da tempo,sebbene sin da subito si sia creato un legame molto forte tra la tifoseria e lo “Special one” per valori ed identità, l’incompatibilità di Mourinho con il progetto romanista è parsa fin da subito chiara.
Sono stati due anni e mezzo “special” a tratti,il ritorno al trionfo con Tirana e l’audace cavalcata in Europa League dell’anno scorso non possono far passare in secondo piano un rendimento molto deludente in campionato,il peggiore per media punti tra gli allenatori negli ultimi 20 anni. I 29 punti in questo girone d’andata rappresentano un altro record negativo,mai la Roma aveva fatto così pochi punti dall’annata 94/95.
Pensare che solo una settimana fa si elogiava quasi increduli Mourinho per il gioco e l’alchimia che era riuscito a trovare nella sfida contro l’Atalanta,una sorta di magica illusione,spenta immediatamente dalla brutta sconfitta nel derby di Coppa Italia che ha fatto definitivamente “traboccare il vaso”.
Nella sfida contro il Milan infatti il principale problema è sembrato essere proprio la mancanza di stimoli in campo e forse proprio questo ha spinto i Friedkin a prendere questa decisione drastica. Decisione che ora lascia molte incognite a Trigoria,indubbiamente il futuro dei giocatori principali la cui presenza sappiamo essere dipesa negli ultimi due anni dal Mister e il continuo del percorso stagionale soprattutto quello europeo nel quale Mourinho rappresentava una fondamentale arma in più.
Resto dell’idea che la scelta di proseguire con il portoghese, presa alla fine della scorsa stagione, si sarebbe dovuta fare con una maggiore consapevolezza e che a quel punto il progetto con Mourinho si sarebbe dovuto portare fino a termine.
Mourinho non lascia semplicemente la Roma,lascia la sua Roma,ed ora sarà difficilissimo ma allo stesso tempo vitale trovare un altra strada valida sulla quale proseguire il progetto in corso prendendo il bene e il male dalle macerie e dalle fondamenta che lascia la sua esperienza. Un esperienza caratterizzata da alti e bassi e da pochissimi “special”..
La scelta di affidare la panchina a un allenatore inesperto come De Rossi, pur essendo una figura vicina alla piazza, solleva dubbi sul futuro della squadra. Un ritiro a Trigoria con Mourinho avrebbe forse rappresentato una soluzione più stabile, evitando il rischio attuale di compromettere la conclusione della stagione con una gestione tecnica non all’altezza.
De Rossi rappresenta la soluzione per accontentare il popolo,ma la responsabilità che si carica sulle spalle il neo allenatore ed ex capitano giallorosso è forse sproporzionata alle sue capacità ancora troppo acerbe.
La Champions rischia ora di diventare un miraggio e il percorso in Europa League di compromettersi irrimediabilmente,la gestione della rosa sarà un tassello molto

delicato del quale De Rossi dovrà occuparsi sin da subito e chissà se riuscirà ad avere la stessa influenza sullo spogliatoio di quando era dall’altra parte.
È giusto però dargli piena fiducia e limitare i discorsi ai prossimi sei mesi,senza guardare troppo in là, dove potremmo vedere i limiti e i punti di forza di questo progetto e decretare se la scelta dei Friedkin sia stata adeguata o meno.

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