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Juventus

Tudor: “Io resto me stesso. Basteranno 3 acquisti”

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Tudor

Tudor, alla vigilia dell’esordio al Mondiale per Club della Juventus, è intervenuto nella conferenza stampa.

La Juventus si appresta a giocare il primo match del Mondiale per Club, in cui i bianconeri affronteranno l’Al-Ain.

Nella giornata di oggi, mercoledì 18 giugno, Igor Tudor è intervenuto in conferenza stampa per presentare il match.

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Di seguito le parole di Igor Tudor nella conferenza di vigilia.

TUDOR: LA CONFERENZA STAMPA

Tudor

Il Mondiale per Club è un nuovo inizio?

“Io non lo definirei così, è piuttosto una prosecuzione. La squadra è la stessa, a parte Rugani e Kostic che sono rientrati dai prestiti ed è un vantaggio poter continuare e lavorare su ciò i giocatori che hanno assimilato nei mesi scorsi. Non si riparte dell’inizio, c’è un lavoro dietro che aiuta molto e ci sono sicuramente meno cose che loro non sanno. Io e i ragazzi ci conosciamo bene, sia umanamente che professionalmente”.

Come si poteva lavorare con il dubbio sul futuro?

“Sia in campionato sia in queste tre settimane non ho mai avuto la sensazione che dentro la squadra regnasse un clima di incertezza. Per me è sempre stato tutto molto chiaro, forse da fuori potete aver avuto una sensazione diversa da quello che ho vissuto io, ma vi assicuro che mi sono sempre sentito bene e i ragazzi sono stati eccezionali per professionalità e predisposizione al sacrificio. Io ero in una bolla mentale con la concentrazione massima”.

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E’ cambiato tanto, ma non l’allenatore…

“Sono scelte della proprietà in cui non entro, io faccio il mio lavoro”.

Quali sono gli obiettivi in questo Mondiale per Club?

“È vero, ero sicuro che avremmo centrato l’obiettivo e ci siamo riusciti. Il Mondiale per Club però è diverso, abbiamo fatto una preparazione non usuale per gli impegni delle nazionali, ho avuto il gruppo non al completo. I giocatori però sanno bene quali sono gli obiettivi se fanno parte di questo club: si partecipa sempre per vincere”.

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PROSEGUE TUDOR

C’è stato un discorso motivazionale in vista di questa competizione?

“A motivarci è stato il presidente Elkann, che è voluto venire a trovarci alla Continassa per spingerci ad andare al Mondiale con la voglia di vincere. È stato molto chiaro, l’ho visto bello pimpante, ha ribadito messaggi forti, da Juve, e i ragazzi hanno apprezzato”.

Cambiaso ha parlato di un gruppo che spingeva per la sua conferma…

“Normale che Andrea dica così, sennò lo faccio fuori (sorride, ndr.). Scherzi a parte, è bello perché alla fine quello che conta sono i giocatori e il loro pensiero. Io sono esigente come allenatore, anche in un mondo in cui si sta perdendo la coerenza e si tende a non risolvere i problemi che si presentano, io resto me stesso. Non sono uno che mette la polvere sotto il tappeto. Un calciatore in una settimana tra partite, viaggi e riposo fa due-tre allenamenti in cui esce con la lingua di fuori: ecco, quello per me è il minimo indispensabile. Non puoi non farlo. Un allenatore ora è molto di più, deve riuscire a gestire tutto e cercare di essere giusto”.

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CONTINUA IL TECNICO CROATO

Tudor, ci sarà turnover in questo Mondiale?

“Io vedo un calcio in cui si gioca sempre di più ma si smette anche più tardi, perché si mangia meglio, ci sono gli allenatori privati e tante cose che aiutano ad allungare la carriera. La gestione dipende sempre da un allenatore, io posso dire che quando si sente la musichetta della Champions League non c’è più stanchezza e tutti vogliono giocare. Bisogna essere bravi ad andare sempre con la miglior squadra ma senza stancarsi troppo. Sicuramente c’è molto entusiasmo per questo Mondiale, abbiamo recuperato Gatti e Koopmeiners, oltre a Locatelli che si era fatto male in Nazionale. Adesso c’è molta competizione e più concorrenza, le partitelle sono di alto livello”.

Quale sarà l’obiettivo in questo Mondiale per Club?

“È tutto nuovo e quindi è difficile avere un’opinione, non si conoscono bene gli avversari e la competizione è tutta da scoprire. Andando avanti avremo le idee più chiare, ma non abbiamo un obiettivo minimo. Non mi sono mai fissato su quello, ci si focalizza solo sul lavoro e su noi stessi”.

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A livello di modulo, opterà sempre per il 3-4-2-1?

“Avremo un sistema di gioco base che poi andrà interpretato di volta in volta. Anche in questo caso io non non sono un maniaco dei numeri. Ci saranno delle varianti, io non credo a quelli che dicono che un modulo è più moderno e altri lo sono meno. Solo lo stile di gioco e le scelte dei giocatori determinano se una squadra è più o meno offensiva”.

LE ULTIME TRE DOMANDE

Questa squadra sarà come quella di Marcello Lippi?

“Il pressing mi piace, lo fanno tutti, è bello andare avanti ma poi bisogna anche andare verso la propria porta. Non si deve rinunciare a niente. È un calcio sempre più esigente, non bisogna essere superficiali ma essere aperti e non farsi condizionare dalle etichette che ci vengono messe addosso”.

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Per quanto riguarda il mercato, conferma che basteranno solamente 3 colpi?

“Confermo: quello che ho detto lo penso ancora. Con 3 acquisti la squadra è competitiva, in più ci sarà il ritorno di un giocatore importante come Bremer, che qui negli Stati Uniti si sta allenando insieme a noi e di Cabal. Sono contento dei miei ragazzi, la società farà il massimo. Sono sicuro che saremo più forti dell’anno scorso”.

Cosa ci dice dell’Al-Ain e del Wydad? 

“Sono due squadre da non sottovalutare, vengono da campionati poco seguiti ma sanno vincere. Non è facile preparare una partita contro club che si conoscono così poco, li abbiamo studiati ma restano delle incognite. Anche per questo noi dobbiamo avere il massimo di attenzione. Dobbiamo andare forte, in fondo siamo noi contro noi stessi”.

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