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Le parole di Calvo: “La Premier è avanti alla Serie A”
Published
3 mesi agoon
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Luca Boate
Le parole di Calvo, ex dirigente di Juve e ora, ora all’Aston Villa, sono una riflessione sulle differenze tra Serie A e Premier.
Francesco Calvo, ex di Juventus e Roma e oggi dirigente dell’Aston Villa, ha parlato a Sky Sport a margine del sorteggio di Europa League. Che ha accoppiato il club di Birmingham nuovamente col Bologna dopo la sfida dello scorso anno in Champions League:
Come sta andando l’esperienza in Inghilterra?
“Un’esperienza nuova, sono all’Aston Villa da poco più di un mese e per me è un grande onore rappresentare un club storico di Premier League. E’ un mondo diverso dal resto del calcio, soprattutto per l’importanza delle squadre e la partecipazione del pubblico”.
Quanta distanza c’è fra Premier League e Serie A?
“Il calcio italiano deve trovare la propria strada, ogni paese è diverso. La premier è avanti culturalmente ed economicamente, ad oggi è su un altro pianeta non solo rispetto all’Italia ma anche rispetto alle altre leghe europee”.
Quali le differenze di lavoro fra Italia e Inghilterra?
“C’è sicuramente più disponibilità economica e questo rende le cose meno difficili. In Italia la Juventus era una delle eccezioni, ma il presidente solitamente ha un ruolo padronale. In Inghilterra c’è più una visione aziendale, è una differenza culturale”.
Le parole di Calvo
Le parole di Francesco Calvo offrono uno spaccato molto lucido sulla distanza che separa oggi la Premier League dalla Serie A. La sua esperienza all’Aston Villa, anche se recente, conferma quanto il calcio inglese sia avanti non solo per risorse economiche ma soprattutto per mentalità e cultura sportiva. La partecipazione dei tifosi e la visione aziendale dei club rappresentano due fattori chiave che hanno reso la Premier un modello mondiale, capace di attrarre capitali e mantenere standard altissimi.
Interessante anche il confronto con l’Italia: Calvo evidenzia come nel nostro Paese permanga ancora un’impostazione “padronale”, con presidenti fortemente accentratori, mentre in Inghilterra la gestione è più manageriale e collettiva. È un richiamo importante per la Serie A, che non può limitarsi a guardare la Premier con invidia, ma deve lavorare per valorizzare le proprie peculiarità e innovarsi. L’Italia ha qualità tecniche e tradizione, ma senza un cambiamento strutturale il gap rischia di restare insanabile.













