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Sorpresa Chivu: chiamata Inter inattesa

Prima dell’inizio dell’avventura nel Mondiale per Club la Beneamata presenta a Los Angeles il suo nuovo allenatore…

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Sorpresa e orgoglio

Sorpresa e orgoglio, questa la prima reazione di Cristian Chivu alla chiamata dell’Inter! Non se l’aspettava, ma adesso è pronto ripagare la fiducia!

Prima dell’inizio dell’avventura nel Mondiale per Club l’Inter presenta a Los Angeles il suo nuovo allenatore, Cristian Chivu.

Comincia così ufficialmente in casa nerazzurra l’era post-Inzaghi. A introdurre il nuovo tecnico, il presidente Beppe Marotta

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“Ho il piacere di presentarvi mister Chivu. Come sapete il calcio è un mondo che brucia tutto con grande facilità.

Eravamo legati a un allenatore a cui eravamo affezionati e che ci ha dato molto che è Simone Inzaghi, ma dopo un legame molto lungo di quattro anni si è arrivati a una conclusione, in termini contrattuali a un divorzio consensuale – ha spiegato il dirigente nerazzurro -.

Ci siamo lasciati sicuramente molto bene perché ci ha fatto trascorre anni indimenticabili ed è stato attore principale di questo nostro cammino.

Ci siamo trovati nella situazione di dover provvedere a una sostituzione adeguata. Con una grande velocità abbiamo individuato in Chivu il profilo ideale e questa scelta è stata condivisa con la proprietà”. 

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Sorpresa sì, ripiego no!

Non è per niente un ripiegoSi è parlato anche di confusione nel club. Assolutamente no, è stata una decisione molto rapida ma c’erano aspetti burocratici perché era legato al Parma, che ringrazio.

Il nostro orgoglio è di avere un allenatore made in Inter, che arriva dalle giovanili. Fa un calcio divertente e che sposa le ambizioni della società”, così Marotta spazza via dubbi e voci!

Per Chivu è il terzo ritorno in nerazzurro dopo l’avventura da calciatore e l’esperienza da allenatore delle giovanili:

”Ero già stato allenatore dell’Inter a livello giovanile, l’orgoglio e la responsabilità ti fanno dare sempre qualcosa di importante.

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In prima squadra ho un grande senso di responsabilità come il primo giorno che Piero Ausilio mi portò qui da giocatore.

Il senso di responsabilità di accompagna da un bel po’, da 13 anni, a parte la piccola parentesi a Parma”.




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