Amarcord
Spalletti: “Scudetto, Milan unico rivale della Juventus. L’Italia? Non sono pronto”
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12 anni agoon
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Redazione
Questo è il quarto anno per Luciano Spalletti sulla panchina dello Zenit San Pietroburgo. Il tecnico toscano, fra i candidati alla successione di Prandelli sulla panchina dell’Italia dopo i Mondiali di Brasile 2014, ha parlato in esclusiva ai microfoni della ‘Gazzetta dello Sport’, dicendo la sua sul campionato di Serie A che vede ancora la Juventus come favorita.
“Se penso allo Scudetto, – ha affermato – penso che ci sia soltanto una rivale vera della Juventus. Mi riferisco al Milan, perché il Milan è il Milan. Un anno fa tutti dicevano che i rossoneri ‘giocavano da paura’. Una critica severa. Ma quel Milan ‘da paura’ è arrivato terzo. Ed è andato in Champions. Ora può solo crescere”.
“Quale squadra – ha proseguito Spalletti nella sua tesi – ha tanti giovani così bravi? De Sciglio è uno dei potenziali fenomeni del calcio mondiale, El Shaarawy merita fiducia e Balotelli deve, dico deve, compiere lultimo salto di qualità. A volte si fa ancora tradire dallesuberanza del ragazzo e perde il filo logico della partita. Ma quando ha la testa giusta sposta gli equilibri. Super Mario può far vincere il mondiale allItalia. A proposito di talenti, ci sono anche Poli e Niang. Vi bastano? Il Milan ha margini di crescita inimmaginabili. Può alzare lasticella in zona Juve“.
Il tecnico dello Zenit è ottimista anche sul ritorno in rossonero di Kakà. “E’ il giocatore che può fare la differenza. – ha affermato Spalletti – Ricky non può permettersi brutte figure. Di essere al di sotto del Kakà che fa battere a mille il cuore ai milanisti. Se avesse avuto anche solo il minimo dubbio di non essere allaltezza del primo Kakà non avrebbe mai accettato lofferta rossonera. I vecchi campioni se li tocchi nellorgoglio reagiscono da fuoriclasse”
E sulla presunta ‘vulnerabilità’ della difesa della squadra milanese il tecnico dello Zenit ha dichiarato: “Mexes è forte. Ha personalità. Il vero problema del Milan può essere la serenità di Allegri. Non ho capito quella frase quasi quasi torno a pescare a Livorno dopo le critiche per linizio di campionato. Deve restare tranquillo”.
Tuttavia la squadra di Conte resta in pole position anche per il tecnico dei russi. “Ho visto in televisione Juve-Lazio e mi sono detto: ‘Ma come fanno a essere sempre così assatanati?’. Conte ha due grandi qualità: è un maestro di calcio ed è bravissimo a obbligare i suoi dirigenti a spendere tanti soldi nella campagna acquisti”.
E i bianconeri, secondo Spalletti, possono dire la sua anche la loro in Champions League: “Proveranno a vincerla. – ha detto – Tevez è un campione da Coppa: è cresciuto per strada dove si vive per un dribbling, per un gol. E il cattivo con tanta classe: serve per andare avanti in Champions. Pogba può essere luomo nuovo che alza il valore complessivo della squadra”.
Subito dietro Juventus e Milan, Spalletti vede Napoli e Fiorentina. “Possono essere le mine vaganti del torneo. – ha spiegato – Il Napoli ha perso Cavani, ma Higuain è un top player. E Benitez ha lequilibrio giusto per una piazza così bollente. Mi ricorda Bianchi che, non a caso, ha vinto lo scudetto con il Napoli. Poi, mi aspetto lultimo salto di qualità da Hamsik. Comunque il vero fuoriclasse partenopeo non è in campo. Mi riferisco a De Laurentiis. Non sono tanti i presidenti che tolgono problemi agli allenatori. De Laurentiis è uno di questi. Per quanto riguarda i viola, Della Valle sono tornati in prima fila. E questa è unarma preziosa. Come il bel calcio che insegna Montella e la coppia gol Rossi-Gomez. Non vedo di meglio in circolazione, ma lo scudetto è tanta roba”.
Più distante l’Inter. “Mazzarri è un mago. – ha detto – Però lInter sta vivendo il passaggio societario. Ci vuole un po di tempo per trovare equilibrio. I nerazzurri sono partiti bene. Hanno la difesa più forte del campionato”. Non può mancare un giudizio sulla nuova Roma di Garcia. “Il nuovo allenatore è uno che si sa muovere. Però la Roma dipende da Totti, da che taglio vuole dare Francesco alla sua stagione. La qualità del capitano giallorosso non si discute, ma riuscirà a mantenere la leadership durante tutto un campionato? La Roma è di Totti, nel bene e nel male. Ljajic? Lo volevo allo Zenit, e con questo ho detto tutto…”.
Infine una battuta sul suo possibile approdo sulla panchina della Nazionale azzurra dopo i Mondiali in Brasile: “Il c.t. ideale ha la faccia di Cesare. Non vedo nessuno più adatto di lui a guidare la Nazionale. Se dovesse lasciare sarebbe un brutto colpo. Io, invece, non sono ancora pronto per un simile compito. Non sono così perbenino, a volte ancora mi si chiude la vena”.
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