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Pallonate

5 punizioni indimenticabili

Come muore una foglia? Devono esserselo chiesto, ben prima di noi, pure Platini, Zico e Del Piero, che di foglie nelle loro stagioni da calciatori hanno fatto strage!

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5 punizioni indimenticabili, gemme preziose, incastonate nella memoria degli appassionati di calcio!

Quante volte abbiamo provato a calciare una punizione a foglia morta e la maledetta, non quella di Pirlo, rimaneva sempre viva!

Già, come muore una foglia? Devono esserselo chiesto, ben prima di noi, pure Platini, Zico e Del Piero, che di foglie nelle loro stagioni da calciatori hanno fatto strage, regalandoci alcune delle punizioni più belle di sempre…

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1) Platini vs Toro

Il 26 febbraio 1984 Platini di gol ne fa due, il primo di testa, il secondo, neanche a dirlo, su punizione.

L’avversario della Juventus, in quel pomeriggio di trentun anni fa, è il Toro di Bersellini, che ha trascorso notti insonni alla ricerca di un antidoto al veleno delle traiettorie di Michel e alla fine lo trova, o meglio, pensa d’averlo trovato.

A dieci minuti dal termine della partita, ecco per il tecnico granata l’occasione di scoprire se funziona.

Punizione dal limite per la Juve, calcia Platini. Goool! L’antidoto non ha funzionato, evidentemente non era quello giusto. Ma qual era questo antidoto?

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Consapevole del fatto che la destinazione finale, il naturale punto d’approdo delle parabole di Platini era il sette dal lato opposto a quello del portiere, Bersellini aveva pensato di proteggerlo, quel sette, piazzando Italo Galbiati a presidiarlo.

Eppure Michel riuscì a far passare il pallone tra la traversa e la pelata di Galbiati. Fortuna? Nient’affatto!

Aveva mirato proprio lì Platini, volutamente, per dimostrare a Bersellini e a tutto il mondo che non esisteva antidoto al veleno delle sue traiettorie. Arrogante?

No, semplicemente francese. Semplicemente Michel Platini. Questa era la prima tra le 5 punizioni indimenticabili: avanti con le altre!

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2) Zico vs Genoa

Se non esisteva antidoto alle punizioni di Platini, a quelle di Zico era altrettanto inutile provare ad opporsi, nove su 10 finivano nel sette.

Ci provò il Professor Scoglio, che alla vigilia di un Genoa-Udinese di 32 anni fa, esclamò eureka! come Archimede e annunciò al mondo d’aver trovato il modo di disinnescare le mine del Galinho: “Basta far saltare la barriera al momento giusto“.

E la barriera saltò, ma Zico calciò rasoterra e il pallone non trovò ostacoli nel suo viaggio verso l’angolino. Goool!

Inevitabile. Se è vero che, come insegna Esopo, nessuno sfugge al proprio destino, le punizioni di Zico sono un destino al quale i portieri avversari non possono sottrarsi. Come le sentenze della Cassazione, le punizioni di Zico sono inappellabili.

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Lo sapeva bene Sandro Ciotti, che una volta, ai tempi preistorici di “Tutto il calcio minuto per minuto”, chiese la linea da Catania per informare “gli amici ascoltatori” che Zico stava per battere un calcio di punizione.

Chiese la linea già sicuro che il pallone sarebbe finito dove finiva sempre. Dove i pali della porta s’incontrano, lì dov’è impossibile arrivare. 

3) Baggio vs Dortmund 

Come muore una foglia Roberto lo ha imparato da Zico, ammirando e imitando le punizioni del Galinho, non immaginando che un giorno sarebbero state le sue punizioni ad essere ammirate e imitate.

18 aprile 1995, la Juve a Dortmund si gioca un posto in finale di Coppa Uefa.

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Per i bianconeri un solo risultato possibile dopo il 2-2 dell’andata: la vittoria! Ma l’iniziale vantaggio di Porrini è annullato dal gol dell’ex Julio Cesar e l’1-1 ai tedeschi sta benissimo.

Se n’è andata appena la mezz’ora, punizione per la Juve. Punizione per Baggio.

Il numero 10 raccoglie il pallone umido di pioggia e lo asciuga con il bordo inferiore della maglia. Poi lo mette giù, lo adagia morbidamente su di un letto d’erba e s’allontana.

Tre passi indietro, un occhio al portiere, il fischio dell’arbitro. Un tocco lieve, il pallone prende l’ascensore e comincia a salire.

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Sale oltre la barriera, la scavalca e girando su sè stesso continua a salire. Poi d’un tratto scende, planando leggero come una foglia cullata in aria da un Ponentino estivo.

Scende alle spalle del portiere, tramonta laddove s’incontrano i pali, lì dov’è impossibile arrivare. 

4) Del Piero vs Monaco

1 aprile 1998, nella cornice suggestiva di un Delle Alpi insolitamente pieno e caldissimo, la Juventus di Marcello Lippi affronta la matricola Monaco nell’andata delle semifinali di Champions. 

Minuto numero 34, Zidane si avvicina minaccioso all’area del Monaco e a Djetou non resta altro che stenderlo.

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Punizione per la Juve dai 25 metri, Del Piero sistema il pallone sul punto di battuta, Barthez, preoccupato, erige davanti a sè un muraglione che pare impenetrabile.

L’arbitro fischia, Alex prende la rincorsa e impatta il pallone con quell’interno destro che lo ha reso celebre nel mondo per le parabole imprevedibili che è capace di tracciare nell’aria.

La palla si alza e, girando su sè stessa, sale, continua a salire oltre il muro francese, poi d’un tratto comincia a scendere, scende verso l’incrocio dei pali e lì va a spegnersi, appena sfiorata dalle dita di Barthez.

5) Zidane vs Roma

È il 17 ottobre 1999 quando Zinedine Zidane imita l’idolo d’infanzia Platini e spolvera l’incrocio dei pali alla destra di Antonioli con una punizione mortifera che regala alla Juventus il successo sulla Roma.

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Il pallone, accarezzato di interno destro, si alza sopra il muro giallorosso e ruotando su sè stesso finisce nel sette, laddove Antonioli proprio non può arrivare.

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