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Torna “El Superclàsico”: l’essenza del calcio argentino
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12 anni agoon
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RedazioneTORNA “EL SUPERCLASICO”, L’ESSENZA DEL CALCIO ARGENTINO
DOPO UN ANNO DI ASSENZA CAUSA RETROCESSIONE DEL RIVER, TORNA LA PARTITA PIU’ AFFASCINANTE DEL MONDO
E’ l’essenza del calcio argentino, è uno dei derby più sentiti e raccontati della storia del calcio. E’ River Plate-Boca Junior. Semplicemente El Superclàsico.
Domani, dopo la pausa di un anno causa clamorosa retrocessione del River in secunda division, si giocherà la novantanovesima edizione dela partita che divide più della metà della popolazione di Buenos Aires e dell’intera Argentina. Il match sul quale si potrebbe scrivere un’intera enciclopedia. Noi proviamo a raccontarvela a modo nostro.
Il primo superclàsico ufficiale venne giocato nel 1913. Le tensioni, come poi avverrà per tutte le altre edizioni, al termine della partita si spostarono per le strade de La Boca, il quartiere di entrambe le squadre; dopo gli scontri con la polizia, il bollettino parlerà di decine di feriti ed un paio di morti.
Con il passare degli anni, le differenze e i dissidi, peraltro già marcati tra i due club, aumentarono: il River vende Di Stefano e Sivori e con i soldi ricavati costruisce parte dell’attuale stadio, El Monumental e si sposta a Nunez, quartiere dabbene della città.
Per questo motivo quelli del River vengono chiamati anche come Los Millonarios (i milionari) o come Las Gajinas ( le galline), in senso spregiativo dai tifosi del Boca, a loro volta soprrannominati los Xeneizes (genovesi) per l’origine dei fondatori del club.
Nel corso della sua storia, il superclàsico ha visto indossare la camiceta roji-blanca e/o quella azul-amarilla da alcuni dei migliori giocatori di sempre. Oltre ai già citati Di Stefano e Sivori, anche El dies de cuero blanco Diego Maradona, Batistuta, Riquelme e molti altri.
Il punto più tragico della sua storia, il derby d’argentina l’ha vissuto il 23 giugno 1968, con la Tragedia della Puerta n.12. Al termine della partita, conclusasi 0-0, nella tribuna popular alta del Monumental scoppiano tafferugli tra le forze dell’ordine e l’hinchada ospite del Boca. La gente più in basso, per evitare gli scontri, si riversa al cancello n.12. Si crea una calca. I tifosi arrivati prima al cancello cercano di retrocedere, quelli indietro cercano di avanzare: alla fine saranno 71 morti e 150 feriti.
Tre anni di indagini non sono bastati per mettere luce su quella che rappresenta la più grande tragedia del calcio argentino.
Questi precedenti, insieme al ritorno in Primera del River, che porterà al Monumental 66 mila spettatori, di cui 4.500 xeneizes, ha fatto sì che per la partita vengano impiegati 1100 poliziotti. Uno ogni tre tifosi gialloblu.
Per darvi un’idea, è stato calcolato che l’intero incasso non basterà a coprire le spese per l’apparato di sicurezza coinvolto.
Passando invece al campo, le due storiche rivali si presentano alla sfida con situazioni diverse, ma ugualmente delicate. Il Boca Junior ci arriva con 5 punti di distanza dal Racing capolista, reduce da quattro partite senza vittoria e con lo spogliatoio spaccato. L’allenatore Julio Cesar Falcioni, contratto in scadenza a giugno e più in bilico che mai, è stato costretto a chiamare in prima squadra dei giovani dalla primavera, come i classe ’94 Fernandèz e Leandro Paredes.
Tre lunghezze più sotto, con 15 punti, c’è invece il River di Matias Almeyda, che dopo la sconfitta di misura con il Quilmes è stato messo nuovamente in discussione, dopo il pessimo avvio di stagione. Con le ultime minacce, l’ex Lazio, Parma ed Inter è stato addirittura costretto a cambiare numero telefonico; ulteriore motivo di ansia per l’allenatore dei Millonarios è la possibile assenza del capitano David Trezeguet, in Francia per l’udienza di divorzio.
Al Fischio d’inizio però, assenze, numeri e classifiche non conteranno. Al fischio d’inizio sarà solo River-Boca, semplicemente El Superclàsico.