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Vlahovic è l’uomo da cui ripartire?

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Vlahovic è l'uomo da cui ripartire?

Vlahovic è l’uomo da cui ripartire? Dopo il gol sbagliato col Real, il serbo invita alla calma e guarda avanti con fiducia.

“Probabilmente ripenserò a quel gol sbagliato, ma domani è un nuovo giorno e si deve pensare alla prossima partita. Mi sento un privilegiato, perché gioco nella Juventus e faccio la cosa che mi piace di più. Tutti vorremmo giocare, è una competizione sana. Il mister decide chi gioca e io cerco di farmi trovare pronto quando mi chiama. Mi sto allenando sempre forte, aspettando la mia chance: quando gioco devo fare gol, ma credo che arriveranno. Non sento nessuna pressione o fastidio. Sono concentrato sul presente, cerco di fare il massimo in ogni situazione. Nessuno può sapere cosa succederà”.

Vlahovic è l’uomo da cui ripartire?

Con queste parole, Dusan Vlahovic ha commentato ai microfoni di Prime Video la sconfitta della Juventus contro il Real Madrid. Una frase che racchiude tutto: il rimpianto di chi sa di aver fallito un’occasione pesante, ma anche la consapevolezza che nel calcio fermarsi a guardare indietro non serve a nulla.

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Eppure, la domanda resta: Vlahovic è ancora l’uomo giusto per la Juve di oggi? Da mesi il centravanti serbo vive un limbo calcistico, sospeso tra il potenziale da bomber di razza e le difficoltà di inserirsi in un sistema di gioco che non lo esalta. La Champions, che doveva essere il palcoscenico del riscatto, gli ha offerto invece una serata storta, con quel gol fallito che pesa più del risultato.

Il suo atteggiamento, però, è quello di chi non si arrende. “Mi sento un privilegiato, perché gioco nella Juventus e faccio la cosa che mi piace di più. Mi alleno sempre forte, aspetto la mia chance.” Parole che raccontano un giocatore maturo, concentrato sul presente, convinto che il tempo porterà con sé i gol e la fiducia. Nessuna polemica, nessuna resa. Solo lavoro.

Eppure, la sensazione è che qualcosa si sia inceppato nel rapporto tra Vlahovic e la Juventus. L’ombra della concorrenza, le scelte di Tudor, la mancanza di continuità offensiva stanno logorando un binomio che sembrava destinato a far sognare i tifosi.

La risposta, forse, arriverà proprio dal campo. Perché se è vero che “nessuno può sapere cosa succederà”, come ha detto lo stesso Dusan, è altrettanto vero che per restare l’uomo giusto, un attaccante della Juve deve fare una sola cosa: segnare. E farlo quando conta davvero.

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