Connect with us

Interviste

Giorgio Abeni: “Progetti solidi, non esoneri impulsivi”

Published

on

Giorgio Abeni

Lucia Giordano ha intervistato Giorgio Abeni, direttore sportivo di calcio e docente all’Università del Calcio, figura di riferimento nel panorama sportivo italiano. Con grande passione e professionalità, Abeni ha raccontato a Calcissimo il suo percorso, la sua visione sul calcio moderno e la sua opinione sui cambi di allenatori in Serie A.

Intervista a Giorgio Abeni


Alla domanda su come sia nata la sua passione per il calcio, Abeni ha spiegato:

“Innanzitutto ringrazio tutti quanti, ringrazio quindi Calcissimo. La mia passione è nata in età molto giovane. È nata prima come calciatore di medio-basso livello, come allenatore dai 18 anni in avanti, poi come dirigente nelle categorie dilettantistiche. Poi un percorso a Malta, Brescia, Carpi, Modena e poi un continuo percorso anche in varie società di Serie D e di Eccellenza attualmente. Il percorso nasce da un fuoco che hai dentro che ti porta in questo settore complesso che comunque devi coltivare con grande resilienza”.

Advertisement

Sincero e appassionato, il direttore sportivo ha rivelato anche la sua squadra del cuore:

“Guarda, per Calcissimo lo dico, ed è la prima volta che lo dico ed è l’AS Roma. Quindi lo possiamo dire, abbiamo anche collaborato con società diverse dello stesso territorio, ma io da quando ero piccolo tifo l’AS Roma”.

Sul campionato attuale, Abeni ha tracciato la sua personale previsione:

“Campionato molto equilibrato, siamo ancora all’inizio. Per me le prime quattro: Inter, Napoli, Roma e Juventus”.

Advertisement

Sugli esoneri e sul mondo dilettantistico…

A proposito della Juventus, ha commentato l’esonero di Tudor con un’analisi lucida e tecnica:

“Il discorso sugli esoneri rientra in un discorso progettuale a carattere sportivo. Dico da anni che se si tara un progetto sportivo a 360° è difficile pensare ad un esonero dopo poche giornate. Il problema del nostro calcio è che a volte la progettualità viene presa sull’istintività immediata. È vero che un progetto sportivo ti parte da una ripianificazione se vedi che qualcosa che non va, però nella majore league, nella massima serie quindi, vedo prematuro questi cambi.

Soprattutto vedo molto spesso cambi di allenatori. Io dico sempre che quando sbaglia un allenatore non può sempre e pagare solo l’allenatore. Perché l’allenatore è scelto poi da una dirigenza e quindi scelto in un progetto. A volte, invece, vengo contradetto. A volte questi cambi danno logicamente una motivazione alla squadra ed ai ragazzi completamente diversa e possono essere utili. Però, io andrei piano con i cambi di allenatore ma andrei più su una costruzione progettuale”.

L’intervista si è conclusa con una riflessione anche sul mondo dilettantistico:

Advertisement

“Sì, ho visto anche in Serie D dei cambi in società che comunque hanno investito tanto. Dei cambi dopo X risultati. Non conosco le dinamiche del perché dei cambi, però riparto da quello che ho detto prima e che sicuramente il progetto deve andare avanti rispetto a quelle che sono le scelte impulsive. È logico che se la progettualità, poi, a 360°, ti porta effettivamente in una motivazione di cambio allora a quel punto sicuramente i club fanno giustamente nel fare un cambio di allenatore. Nuove motivazioni, nuovo gruppo, nuovo sviluppo tecnico”.

Un’intervista che conferma la competenza e la visione ampia di Giorgio Abeni, figura che unisce esperienza sul campo, spirito di squadra e una visione moderna della gestione sportiva.

Advertisement