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Meglio la fresca o i diritti umani? Il calcio perde la sua identità

L’Arabia Saudita è quel paese che sì, ospita la nostra Supercoppa, ma che incarcera persone per dei tweet sgraditi condannandoli a 27 anni!

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Siamo alla vigilia della prima edizione a quattro della storia della Supercoppa italiana e che, anche quest’anno si giocherà a Ryiad.
Dopo la vittoria dell’Inter dell’anno scorso, si sfideranno domani alle 20.00 Fiorentina e Napoli e venerdi Inter e Lazio.
Un trofeo che può valere molto per Fiorentina e Lazio. Due squadre che hanno staccato il biglietto di accesso alla Supercoppa in quanto rispettivamente finalista di Coppa Italia e seconda in campionato e che, invece, può ridare linfa al Napoli, campione d’Italia. E l’Inter? Una vittoria in finale sarebbe l’ennesima conferma per gli uomini di Inzaghi.
Ma prima di pensare al campo, riflettiamo. L’Arabia Saudita è quel paese che sì, ospita la nostra Supercoppa, ma che incarcera persone per dei tweet sgraditi condannandoli a 27 anni. L’Arabia Saudita, dove giocheremo questo trofeo fino al 2025 almeno, ha una media di 140 impiccagioni l’anno da quando il principe della Corona Bin Salman ha assunto il potere.
L’Arabia Saudita sta “lavando” la propria immagine con grandi investimenti di denaro e ospitando sport. E’ il classico esempio di sportwashing, una pratica sempre più comune e che abbiamo visto anche negli ultimi mondiali in Qatar.
L’allenatore della Lazio Maurizio Sarri, durante l’ultima conferenza stampa, ha detto “Prendi i soldi e scappa”. E ha ragione. Perchè il montepremi di questa Supercoppa si è triplicato in una stagione. 23 milioni di euro totali, di cui 16,2 ai club partecipanti e così suddivisi: 1,6 alle semifinaliste sconfitte, 5 milioni alla perdente in finale e 8 milioni alla vincitrice. Praticamente se arrivi in finale, fai un colpo nel mercato di gennaio quasi sicuramente.
L’anno scorso tutto questo ambaradam di milioni si fermava a 7,5. Da dividere in tre.
Quindi è giusto, nel nome della fresca, mettere indietro la questione dei diritti? Sicuramente il mondo ultras diserterà una competizione organizzata in questa maniera. E tutti i torti non li hanno. Il tifo normale, quello delle famiglie, sarà assente: anche perchè chi si può permettere una trasferta simile?
Sarà uno spettacolo sfarzoso, già le prime immagini dagli alberghi lo dimostrano. Autobus brandizzati, stadi pieni di loghi in stile americano e simpatizzanti del mondo del pallone. Perchè i tifosi, quelli veri, saranno costretti a casa.
Il pensiero di Sarri va analizzato. Perchè il sistema calcio Italia non può vendere la passione dei tifosi in cambio di soldi. L’identità del calcio è a rischio e dobbiamo rendercene conto.

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