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Dovevano spaccare il mondo, ma si sono buttati via: ti ricordi di loro?

A volte, nel calcio, il talento non basta…

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Dovevano spaccare il mondo, ma si sono buttati via: ti ricordi di loro?

Talenti sprecati

A volte, nel calcio, il talento non basta. E ne sono dimostrazione i 10 nomi che andremo a leggere di seguito: calciatori dotati di talento sopraffino, ma incapaci di esprimere sul campo i doni di Madre Natura, vuoi per senso di insicurezza, vuoi per spacconeria. Scopriamo insieme la top 10 delle promesse mancate

  • SIMONE SCUFFET 
    Ha dell’incredibile la storia di questo ragazzo, etichettato dopo qualche buona partita come nuovo Buffon e scivolato ai margini del grande calcio dopo aver rifiutato la milionaria offerta dell’Atletico Madrid preferendo -a 17 anni- concludere gli studi ad Udine. Oggi, dopo un’esperienza in Turchia tra le fila del Kasımpaşa, difende la porta dello Spezia, in serie B. 
  • DAVIDE SANTON
    Dopo averlo visto annullare Cristiano Ronaldo in un’Inter-Manchester United del lontano 2009 erano in tanti a puntare su di lui come futura bandiera dell’Inter e icona della Nazionale. Invece le cose sono andate diversamente, vuoi per qualche infortunio di troppo, vuoi per la parentesi (così così) in Premier con la maglia del Newcastle. Oggi Santon gioca nella Roma, ma non è mai tornato ai fasti mourinhani. 
  • ANDREA RANOCCHIA
    E pensare che, in quel Bari, tra Ranocchia e Bonucci quello più promettente sembrava proprio essere il difensore interista. Che, invece, forse perchè capitato nelle stagioni più buie della storia recente del club, forse schiacciato dalla responsabilità della fascia di Capitano, al contrario del compagno non ha mai visto sbocciare il proprio talento, pur avendo ritrovato Conte in nerazzurro dopo vari prestiti tra Sampdoria e Hulk City. 
  • LORENZO TASSI 
    Corioni, dopo averlo lanciato nel settore giovanile del Brescia, lo aveva definito come “il nuovo Baggio”. Etichetta che, se da un lato gli valse la chiamata dell’Inter, dall’altro finì per affossare il talento del giovane fantasista, che oggi gioca all’Arezzo dopo una sfilza di prestiti tra Prato, Savona, Avellino, Feralpi Salò, Vicenza.  
  • HACHIM MASTOUR 
    Su di lui si è già scritto e detto di tutto. Acquistato dal Milan nel 2012, Galliani lo espose mediatamente come un grande acquisto quando aveva appena 16 anni (memorabile il bagno di folla fuori dal Milan Store). Oggi, ad appena 22 anni, dopo aver fallito varie esperienze all’estero (tra Spagna, Olanda e Grecia), Mastour è ripartito dalla Reggina, dove ha raccolto però appena una presenza da ottobre ad oggi. 
  • MIRKO ANTONUCCI 
    Ventun anni, scuola Roma, Antonucci è stato cacciato appena qualche giorno fa dal club portoghese del Vitória Setúbal, a causa di un’attività social piuttosto intensa e indisciplinata in compagnia della fidanzata (l’infuencer Ginevra Lambruschi), protagonista di qualche video di troppo su Tik Tok. 
  • YOANN GOURCOUFF
    Chi si ricorda di questo talento francese arrivato al Milan l’anno della conquista della seconda Champions del ciclo Ancelotti? Tutto lasciava pensare ad un grande colpo in prospettiva, comprese un paio di prestazioni davvero sorprendenti in Coppa (contro l’Aek Atene in particolare). E, invece, la nostalgia della sua amata Bretagna prese il sopravvento, e il talentino francese si eclissò progressivamente. Oggi è svincolato dopo l’esperienza al Digione. 
  • ADRIANO LEITE RIBEIRO
    Solo chi lo ha visto in azione dal vivo ricorderà la potenza fisica di Adriano, devastante quando partiva palla al piede (ricordate il coast to coast contro l’Udinese a San Siro?), impressionante quando calciava dai trenta metri. Poi, la morte del padre ha improvvisamente riportato a galla tutte le fragilità di un ragazzo cresciuto nelle favelas e scopertosi ricco e famoso tutto d’un tratto. Difficile, senza il punto di riferimento paterno, gestire la notorietà, e così Adriano imboccò ben presto il tunnel della depressione. 
  • ALEXANDRE PATO 
    Un altro brasiliano sbarcato giovanissimo a Milano e incapace di tenere fede alle aspettative dopo un inizio incredibile. Pato, di fianco a Ronaldo e Kakà, sembrava un fulmine abbattutosi sulle difese avversarie, ma i tanti infortuni patiti e la love-story con Barbara Berlusconi (figlia dell’allora patron rossonero) gli valsero tante copertine e poche presenze in campo. Fino all’addio, inevitabile, dopo che Berlusconi lo preferì a Tevez, suscitando il grande rimpianto di Galliani…
  • MARIO BALOTELLI
    Nemmeno l’aria della sua Brescia è riuscita a rivitalizzare il talento di uno dei giocatori più controversi della storia recente del calcio. Tanti gli allenatori che non hanno sopportato il carattere sopra le righe di Balotelli, parecchi gli spogliatoi usciti a pezzi dopo il passaggio di Mario, rimasto l’eterno incompiuto del calcio italiano.

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