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Emerson Royal sull’esperienza milanista: “L’Italia non mi manca”

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Emerson Royal sull'esperienza milanista

Emerson Royal sull’esperienza milanista conclusa da pochi mesi si dice felice di essere tornato in brasile e aver ritrovato la serenità.

Dopo aver archiviato la sua poco felice parentesi italiana con il Milan, Emerson Royal ha ritrovato serenità in Brasile, dove indossa la maglia del Flamengo. L’esterno sta vivendo una nuova fase della sua carriera: da titolare, ha già messo insieme un gol e un assist, ma soprattutto ha ritrovato la tranquillità che gli era mancata in Europa, lasciandosi dietro pressioni, giudizi e ironie.

Le parole alla Gazzatta

A raccontare questo ritorno alla normalità è lo stesso giocatore, intervistato da La Gazzetta dello Sport. Il brasiliano non nasconde la sua rinascita:
“Oggi sto bene e sono finalmente tornato ad essere felice. Tornare qui dopo tanti anni fuori è stato speciale. Stiamo disputando due competizioni importanti e una delle ragioni per cui ho scelto di rientrare era farmi conoscere di più dalla gente del mio paese, perché sono stato tanto tempo all’estero. È una sensazione bellissima sentirmi apprezzato”.

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Nonostante il ritorno in patria, Emerson continua a seguire il calcio europeo:
“Quando gli orari me lo permettono, sempre. Le partite italiane qui sono molto tardi, ma quando posso guardo il Milan. Ho amici lì, soprattutto Rafa Leao che sento sempre. Sono curioso di vedere come vanno e voglio supportarli da casa”.

Il terzino descrive così il peso psicologico vissuto durante i mesi in Italia:
“Io sono arrivato in Italia con una sensazione un po’ strana da subito. Dall’inizio, ogni volta che dicevo o facevo qualcosa si parlava di me più di quanto si parlasse di Cristiano Ronaldo… ma in modo negativo. Mi sentivo di dover fare sempre il doppio per essere accettato, e poi non essere accettato comunque. Non vorresti mai sentire certe cose mentre stai cercando di fare al meglio il tuo lavoro”.

Emerson Royal sull’esperienza milanista: “L’Italia non mi manca”

Una pressione continua che ha accelerato la decisione di lasciare Milano:
“Parte tutto da me e da una mia richiesta. Ho parlato con la mia famiglia, con il mio agente, e l’idea di andarmene era già diventata una priorità. Non avrei potuto continuare con quella sensazione addosso. Al Tottenham mi era successa la stessa cosa, ma lì ero riuscito a far cambiare idea: arrivi, la gente parla, poi non vogliono più che tu te ne vada. È sempre questione di tempo e adattamento. Inizialmente avevo pensato di fare lo stesso anche al Milan, di restare per dimostrare davvero chi sono. Ma dopo l’infortunio e i mesi fermo, quella sensazione si è amplificata ancora di più. E quando ho capito che il mio rapporto con l’ambiente si era ormai logorato, mi sono reso conto che restare non sarebbe stata la scelta giusta”.

Nonostante i successi, come la Supercoppa italiana vinta in rossonero, Emerson non rimpiange l’Europa:
“L’Italia non mi manca. È un paese bellissimo, il Milan è un top club, ma non avrò mai quella sensazione di nostalgia, perché non c’è motivo per cui mi possa mancare”.

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Il messaggio ai tifosi

E chiude mandando un messaggio diretto ai tifosi del Milan:
“Direi che da una parte li capisco benissimo: pagano il biglietto, vogliono il massimo per la squadra e pretendono che ogni giocatore renda sempre al meglio. Non ho nulla contro questo, lo rispetto totalmente. Però a volte è stato veramente un po’ troppo, perché io ero un giocatore del Milan e supportarmi avrebbe aiutato anche il Milan stesso. Quando un calciatore commette degli errori, se la tifoseria gli resta vicino lo aiuta ancora prima che le cose vadano davvero male. Non si può essere al 100% tutti i giorni: ci sono partite in cui ti riesce tutto e altre in cui non gira. È umano, ed è qualcosa che va accettato. Invece io mi sono sentito spesso criticato con molta esagerazione, anche in momenti in cui avevo fatto partite importanti davvero molto bene.”

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