Inter
Guarneri consiglia Inzaghi
Ispirandosi al Mago, l’Inter può battere il PSG e alzare la Champions!

Published
4 settimane agoon

Guarneri consiglia Inzaghi: l’ex difensore dell’Inter, due volte vincitore della Coppa Campioni, pensa già alla sfida col PSG…
”Il Psg è forte, fortissimo, ha il miglior portiere del mondo, Donnarumma è il nuovo Jascin.
Ma anche l’Inter è una grandissima squadra. Sono arrivate lì, sono le migliori. Se i giocatori stanno bene, se non soffrono come nelle ultime di campionato, ce la giochiamo alla pari.
Favoriti? Sfavoriti? Cinquanta/cinquanta. È una finale. Bisogna averle fatte, per capire cosa sono le finali”.
Guarneri e il Mago
A Simone Inzaghi Guarneri consiglia di copiare Helenio Herrera, l’allenatore che rese Grande l’Inter negli anni ‘60:
”Con il Mago Herrera non potevo superare la metà campo. Proibito, si marcava a uomo e basta.
L’unico autorizzato della difesa a salire era Cipe Facchetti. Ma in Nazionale segno a Jascin. Dico: Jascin.
Herrera mi dava la carica: ‘Aristide, tu puoi fare todo quello che te pare, hai segnato a Jascin. Tu puoi giocare dappertutto’.
Non tirava ad indovinare. Era bravissimo, preparatissimo, intelligentissimo, il più grande in assoluto.
Parlava inglese, francese, spagnolo, italiano e arabo. Leggeva centinaia di giornali, conosceva tutti i giocatori stranieri.
Veramente. Sì, era anche furbo. Ma soprattutto professionista. Ha cambiato la vita a tutti.
Prima, in allenamento, si facevano molti giri di campo senza pallone. Ce n’erano pochi:
una decina, tre nuovi bianchi e neri, tre usati e quattro sformati, spelacchiati perché avevano preso la pioggia.
Correvamo tutti a prendere quelli buoni. Una gara. Poi è arrivato Don Helenio e ha portato il professionismo.
Prima seduta ad Appiano Gentile, trenta palloni nuovi di zecca, più di uno a testa e subito la partitella. Ah, che meraviglia.
I suoi metodi, le sue frasi, i suoi slogan ci hanno completamente trasformato. L’Inter è diventata Grande perché aveva sì grandi giocatori, ma soprattutto un allenatore fenomeno.
Helenio Herrera era astuto, istrione, motivatore. Incontravi il Real Madrid e a Burgnich diceva: ‘Tarcisio, non preoccuparti di Gento: è vero, è velocissimo, ma solo nei primi minuti, poi piano piano lo prendi’.
Quando abbiamo affrontato il Real a Vienna, nel 1964, mi ha detto: ‘Attento a Puskas, quello al posto dei piedi ha le mani. Anticipo, anticipo’.
O a Tagnin: ‘Tu segui Di Stefano. E se lui va in bagno, ci vai anche tu. Capito?’. Chiudeva gli spogliatoi, ci faceva allenare dentro,
preparava la partita, non voleva che nessuno ci vedesse. In campionato, nelle finali di coppa, anche nelle amichevoli
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