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Guarneri consiglia Inzaghi

Ispirandosi al Mago, l’Inter può battere il PSG e alzare la Champions!

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Guarneri consiglia Inzaghi

Guarneri consiglia Inzaghi: l’ex difensore dell’Inter, due volte vincitore della Coppa Campioni, pensa già alla sfida col PSG

”Il Psg è forte, fortissimo, ha il miglior portiere del mondo, Donnarumma è il nuovo Jascin.

Ma anche l’Inter è una grandissima squadra. Sono arrivate lì, sono le migliori. Se i giocatori stanno bene, se non soffrono come nelle ultime di campionato, ce la giochiamo alla pari.

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Favoriti? Sfavoriti? Cinquanta/cinquanta. È una finale. Bisogna averle fatte, per capire cosa sono le finali”.

Guarneri e il Mago

A Simone Inzaghi Guarneri consiglia di copiare Helenio Herrera, l’allenatore che rese Grande l’Inter negli anni ‘60:

”Con il Mago Herrera non potevo superare la metà campo. Proibito, si marcava a uomo e basta.

L’unico autorizzato della difesa a salire era Cipe Facchetti. Ma in Nazionale segno a Jascin. Dico: Jascin.

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Herrera mi dava la carica: ‘Aristide, tu puoi fare todo quello che te pare, hai segnato a Jascin. Tu puoi giocare dappertutto’.

Non tirava ad indovinare. Era bravissimo, preparatissimo, intelligentissimo, il più grande in assoluto.

Parlava inglese, francese, spagnolo, italiano e arabo. Leggeva centinaia di giornali, conosceva tutti i giocatori stranieri.

Veramente. Sì, era anche furbo. Ma soprattutto professionista. Ha cambiato la vita a tutti.

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Prima, in allenamento, si facevano molti giri di campo senza pallone. Ce n’erano pochi:

una decina, tre nuovi bianchi e neri, tre usati e quattro sformati, spelacchiati perché avevano preso la pioggia.

Correvamo tutti a prendere quelli buoni. Una gara. Poi è arrivato Don Helenio e ha portato il professionismo.

Prima seduta ad Appiano Gentile, trenta palloni nuovi di zecca, più di uno a testa e subito la partitella. Ah, che meraviglia.

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I suoi metodi, le sue frasi, i suoi slogan ci hanno completamente trasformato. L’Inter è diventata Grande perché aveva sì grandi giocatori, ma soprattutto un allenatore fenomeno.

Helenio Herrera era astuto, istrione, motivatore. Incontravi il Real Madrid e a Burgnich diceva: ‘Tarcisio, non preoccuparti di Gento: è vero, è velocissimo, ma solo nei primi minuti, poi piano piano lo prendi’.

Quando abbiamo affrontato il Real a Vienna, nel 1964, mi ha detto: ‘Attento a Puskas, quello al posto dei piedi ha le mani. Anticipo, anticipo’.

O a Tagnin: ‘Tu segui Di Stefano. E se lui va in bagno, ci vai anche tu. Capito?’. Chiudeva gli spogliatoi, ci faceva allenare dentro,

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preparava la partita, non voleva che nessuno ci vedesse. In campionato, nelle finali di coppa, anche nelle amichevoli

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