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Fino alla fine

Fagioli vede la luce in fondo al tunnel

Il centrocampista della Juve si sta curando dalla ludopstia, in attesa di tornare in campo…

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“Adesso sto molto meglio. Un anno fa è stato il momento più difficile della mia vita, poi con l’aiuto di Paolo sto migliorando – ha raccontato il centrocampista della Juce Nicolò Fagioli nel corso dell’evento contro il gioco d’azzardo “Taxi 1729” -.

Ora mi fa stare bene la mia famiglia, i miei amici, fare sport. Ho cominciato le prime volte quando avevo sedici anni, all’inizio era come un gioco, poi pian piano è diventato una malattia, ho iniziato subito con le scommesse sportive quando giocavo alla Juve nel vivaio.

All’inizio pensi di saperne di più, ma poi capisci che essere calciatore non dà vantaggio”. 

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“Prima di perdere il controllo mi piaceva proprio giocare, cercavo la dopamina senza saperlo.

Poi mi sono reso conto che era una malattia, ci ho messo troppo tempo a chiedere aiuto. Meno male che a maggio ho avuto l’idea di farlo.

Il tennis? Ci giocavo già da piccolo e anche oggi con la racchetta me la cavo. Giocare a tennis mi aiuta tanto, mi diverte e mi occupa il tempo libero”.

“Perché mi sono iscritto a piattaforme illegali? Non potevo farlo col mio nome intanto, anche se all’inizio non sapevo quale fosse la differenza tra i .it e i .com.

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Il motivo vero non lo so, poi ho continuato perché mi trovavo bene. Giocando online, che sia illegale o no, è difficile vincere.

Le perdite sono istantanee, le vincite hanno bisogno di tempo e quindi ricarichi subito, forse è questo il meccanismo per cui il banco vince sempre.

Non so perché ho iniziato, forse la solitudine e la lontananza da casa ha influito”.

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